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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

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Quando Putin dice che la Nato deve rassegnarsi, perché la Russia non restituirà mai i territori occupati nel Donbass, nessuno fiata o va in piazza; ma se Benjamin Netanyahu, si permettesse di usare lo stesso criterio dello zar per dire che Israele ha dovuto combattere e vincere ben tre guerre in cui era stato aggredito, sarebbe travolto da una slavina di risoluzioni di condanna da parte dell’Onu.

“IL PRESIDENTE della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento.”

Con queste parole il presidente Mattarella è intervenuto a stigmatizzare le cariche (di alleggerimento) della Polizia, avvenute il 24 febbraio a Firenze e a Pisa nell’occasione di manifestazioni ‘’contro il genocidio in Palestina’’. Le parole del Capo dello Stato hanno spalancato un’autostrada per le critiche delle opposizioni al governo con il relativo codazzo di giornali e di talk show che hanno trovato comodo e facile accusare di autoritarismo il governo Meloni, il quale esibisce un’enorme coda di paglia quando viene affrontato su questi temi che riportano alla luce lontane radici della principale forza politica della maggioranza.

Nei giorni che ci separano da quell’evento abbiamo asciugato le calde lacrime di chi non aveva retto allo spettacolo di ragazzini presi a manganellate. Poiché il presidente è una persona perbene, siamo convinti che la telefonata al ministro Piantedosi si riferisse alla vicenda di Pisa, che era diversa da quella di Firenze, anche se ieri pomeriggio i due eventi sono stati unificati seppure ad orari diversi, in un’unica giornata di lotta seppure ad orari diversi.

Non sarà la stessa tecnica degli aerei di Mussolini che erano sempre gli stessi a seguire il duce nelle visite ai diversi aeroporti? Ovvero, non sarà che la manifestazione di Firenze fosse convocata per le 18 per dare modo ai pisani di raggiungere la città alla conclusione della loro iniziativa, convocata per le 14? A Pisa si è verificato effettivamente qualche operazione discutibile: i manifestanti sono stati rinchiusi all’inizio e alla fine di una via stretta, senza avere quindi la possibilità di fuggire. Certo la manifestazione non era autorizzata, ma come ha sottolineato proprio Mattarella non sembra che vi siano stati tentativi di mediazione tra i funzionari preposti e gli studenti.

A Firenze le cose sono andate diversamente. L’Italia è un Paese libero dove non ci sono siti, sedi e località proibite e inavvicinabili. Si può manifestare anche davanti al Consolato americano e infatti ieri ciò è avvenuto. Occorre però dare il tempo alle forze dell’ordine di organizzare un adeguato presidio a tutela dell’edificio e dei funzionari. Queste misure indispensabili non erano possibili sabato scorso a Firenze, perché la deviazione non era prevista. E chi tutela l’ordine pubblico non commette un arbitrio se, dovendo decidere in pochi minuti, si preoccupa di evitare che un gruppo di manifestanti – tanto settari e imbecilli da prendersela con gli Usa in una situazione come quella di Gaza – non sia tentato di compiere qualche violazione dell’immunità diplomatica.

Da persona attenta ed informata il Presidente avrà sicuramente notato che il 24 febbraio ricorreva il secondo anniversario dell’aggressione russa all’Ucraina e che nessun combattente a senso unico della libertà in quella giornata si era ricordato dei morti, dei feriti e delle distruzioni sofferte da quel popolo. Bastavano uno striscione, un cartello, un coro di slogan. Quella guerra combattuta nel freddo non era iniziata come reazione della Russia al massacro di donne e bambini russi da parte di un commando di ‘’nazisti’’ ucraini che avevano attraversato il confine per squartare, decapitare, stuprare, solo perché appartenenti a quell’etnia, tutti i russi che avevano incontrato sul loro cammino. Eppure quando Putin dice in un’intervista ad un giornalista americano, che la Nato deve rassegnarsi, perché la Russia non restituirà mai i territori occupati nel Donbass, nessuno fiata o va in piazza, ma se Benjamin Netanyahu, si permettesse di usare lo stesso criterio dello zar per dire che Israele ha dovuto combattere e vincere ben tre guerre in cui era stato aggredito dai paesi confinanti e che per questo motivo lo Stato ebraico rivendicava il diritto di conquista, sarebbe travolto da una slavina di risoluzioni di condanna da parte dell’Onu.

Non più tardi di pochi giorni orsono Putin davanti all’Assemblea della federazione russa ha dichiarato che l’esercito russo non si fermerà in Ucraina fino a quando non vi avrà sradicato il «nazismo» (che non esiste), ma quando Netanyahu dichiara che Israele andrà fino in fondo contro Hamas (il nazismo vero), tutti lo trattano come un crudele guerrafondaio e anche gli alleati si sfilano. Se il governo israeliano dovesse seguire le indicazioni che gli arrivano dalla comunità internazionale dovrebbe rassegnarsi a un destino cinico e baro e accontentarsi di due opzioni: convivere ‘’a letto col nemico’’ ovvero a dividere un lembo di terra con un popolo che gli sarà sempre ostile e alleato con altri mortali nemici; oppure a trasferire armi e bagagli su di un altro pianeta nello spazio, perché sulla terra non esiste un posto dove agli ebrei è consentito vivere in pace e in sicurezza. Magari come hanno fatto con il deserto del Neghev, quel popolo, reso ‘’superdotato’’ da secoli di persecuzione, sarebbe persino capace di far crescere le rose nei kibbutz di Marte.

Io ho grande stima per Sergio Mattarella, ma se fossi al suo posto mi preoccuperei di un Paese sobillato – soprattutto nelle giovane generazioni – da una nuova versione dei Protocolli dei Savi Di Sion. Perché di questo si tratta: la narrazione che viene accettata senza discutere sul conflitto aperto nella Striscia, le accuse di colonialismo, di genocidio sono una riscrittura di quelle menzogne orchestrate e messe in circolazione da Putin, sulle quali ha cercato una giustificazione persino l’Olocausto: nel mio piccolo, non sono solo preoccupato da Netanyahu, ma mi vergogno di vedere rimontare col pretesto della Palestina (nessuno si chiede perché nessuno Stato arabo si vuole occupare dei palestinesi?) il mostro immondo dell’antisemitismo.

Sono arrivato persino a credere che questa passione per il dramma della Palestina sia solo l’altra faccia dell’odio ricorrente per gli ebrei. Un secolo fa le forze dell’ordine appoggiavano lo squadrismo fascista. Per me è di conforto sapere che oggi è lo squadrismo rosso/bruno ad essere preso a legnate. Viva la Polizia.


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