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Giorgia Meloni al Consiglio Ue

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GIORGIA Meloni arriva al Consiglio Ue all’indomani di una due giorni parlamentare in cui è stata presa di mira dall’asse Conte-Schlein. Tutta colpa del filoputinismo di Matteo Salvini. L’abbraccio tra premier e vicepremier non ha avuto l’effetto desiderato. Restano da più parti i dubbi sulla postura del leader della Lega che domani a Roma riunirà i sovranisti d’Europa. Salvini non vuole fermarsi, ha ormai deciso che la collocazione della Lega sta a destra e, per l’appunto, con la destra europea più estrema. Ecco il contesto in cui è costretta a muoversi Giorgia Meloni quando varca l’ingresso del palazzo di Bruxelles dove si tiene il vertice europeo: le guerre sono al centro del Consiglio Ue. Non a caso Meloni, nel pranzo con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, auspica un’immediata pausa umanitaria che porti a un cessate il fuoco sostenibile ed evidenzia come la Ue possa e debba giocare un ruolo di primo piano nella soluzione della crisi.

MELONI, IL CONSIGLIO UE E LA GUERRA

La premier si dice inoltre molto preoccupata per l’annunciata operazione di terra di Israele a Rafah. Sempre davanti a Guterres, Meloni sottolinea l’importanza di sostenere la crescita economica e sociale del Global South tramite un imponente piano di finanziamenti, di cui il Piano Mattei, così come la strategia Global Gateway della Ue, potranno costituire componente e volano. Anche perché questo è anche il modo migliore per affrontare il problema della migrazione illegale, per combattere i trafficanti di esseri umani, nemici nostri e dello sviluppo dei Paesi più poveri. E sempre in quel consesso ricorda che la presidenza del G7 dedicherà grande attenzione al tema dell’Intelligenza artificiale.

Nel frattempo Volodymyr Zelensky, seppur in video collegamento, fa una serie di appelli ai leader europei: «Il modello Putin deve perdere in questa guerra contro l’Ucraina. Questa è la guerra della Russia non solo contro l’Ucraina, ma contro tutti noi, anche contro i vostri Paesi, contro l’intera Europa e lo stile di vita europeo. Putin sta cercando di esportare un sistema opposto a quello europeo». È un discorso ampio quello del presidente ucraino, che chiede ai Ventisette di compiere progressi rapidi sull’uso dei proventi derivanti dal blocco degli asset russi: «Quest’anno dobbiamo utilizzare le risorse russe per proteggere e ripristinare la vita in Ucraina, che l’aggressore sta distruggendo». Il presidente ucraino ha ribadito che «Putin deve perdere, si tratta di una questione di vita o di morte per tutto ciò che ha valore per noi in Europa».

L’APPELLO DI ZELENSKY

Infine, un altro appello: «Le munizioni sono una questione vitale. Sono grato per la creazione del Fondo di assistenza all’Ucraina, che ammonta a 5 miliardi di euro, e per il sostegno all’iniziativa della Repubblica Ceca di acquistare munizioni per i nostri soldati. Tutto questo ci aiuterà. Grazie. Purtroppo l’uso dell’artiglieria in prima linea da parte dei nostri soldati è umiliante per l’Europa, nel senso che l’Europa può fornire di più. Ed è fondamentale dimostrarlo ora». Il messaggio forte e chiaro del primo giorno di Consiglio Ue è tutto contro Putin. Sostiene Roberta Metsola: «Parliamo di un Paese che ha invaso un altro Paese.

Putin emerge come vincitore da un’elezione che non era né libera né giusta, solo una settimana dopo l’uccisione dell’oppositore Aleksej Navalny. Tra diverse settimane vedremo un vero esercizio democratico in Europa, un’elezione dai risultati imprevedibili: lo stesso non si può dire per quanto accaduto in Russia». Il Consiglio è chiamato a discutere come rafforzare la difesa europea alla luce delle nuove sfide poste dalla guerra in Ucraina e dal mutato quadro di sicurezza internazionale.

DIFESA ED EUROPEE

Si legge nella bozza delle conclusioni del Consiglio che l’obiettivo è quello di «incentivare lo sviluppo e gli appalti congiunti per colmare le lacune critiche della Ue in termini di capacità, in particolare per quanto riguarda i settori strategici, e per sfruttare appieno le sinergie tra i processi di pianificazione della difesa nazionali ed europei». Poi è evidente che tutti i faccia a faccia a margine siano concentrati sulle elezioni europee che si celebreranno fra 79 giorni. La commissione Ue è il nocciolo della questione. Ursula von der Leyen è in pole position per il bis. È la candidata del Partito popolare europeo, che fa il punto prima del Consiglio.

Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepremier, partecipa al summit dei popolari. «Noi crediamo nell’Europa e in una difesa europea. Gli eurobond per la difesa sono una buona idea, così come è stato fatto per il Covid. La difesa europea è un percorso che necessita anche di un sostegno finanziario: abbiamo buone ragioni per convincere anche gli altri Paesi sugli eurobond». È evidente che si parli delle mosse dei conservatori e dei sovranisti. Tajani – incalzato dai giornalisti – dà una risposta democristiana: «Salvini con l’estrema destra? È una libera iniziativa della Lega, noi siamo qui al summit del Ppe…».

Poi Tajani si sofferma sulla due giorni del Consiglio: «Non sarà un Consiglio di guerra. Dobbiamo lavorare per la pace, dall’Ucraina al Medio Oriente, e fare di tutto per una de-escalation, una riduzione del conflitto. Per arrivare alla pace in Ucraina bisogna difendere Kiev, che non deve essere sconfitta dai russi. Bisogna arrivare a un equilibrio. Se c’è un vincitore e uno sconfitto non c’è accordo di pace. E il vincitore non può essere chi ha violato il diritto internazionale».


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