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Un progetto di Ponte sullo Stretto

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MI SPIACE ricorrere a frasi ermetiche, a denunce poco chiare, a narrazioni che, se poco chiare, possono dare origine a deformazioni interpretative e quindi in questa mia nota cerco di esporre delle preoccupazioni motivate che mi portano a denunciare i rischi che si stanno sempre più amplificando sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Ricordo che esistono una serie di elementi critici, che giustamente vanno affrontati e superati in questa delicata fase che finalmente sta cercando di passare da una intuizione progettuale ad una misurabile ed esecutiva proposta progettuale. Ho sempre ricordato che non sono, soprattutto in questa fase, gli elementi tecnici, in particolare quelli legati alla realizzazione dell’opera “Ponte sullo Stretto”, ma le vere emergenze, i veri rischi, le vere criticità sono le seguenti:

  • La riconferma della pubblica utilità;
  • L’articolato processo legato agli espropri;
  • La rivisitazione degli strumenti urbanistici delle realtà ubicate in Calabria e Sicilia;
  • La famiglia delle procedure legate all’impatto ambientale.

Ora mentre le prime tre aree sono sicuramente affrontabili e superabili in un arco temporale accettabile, la quarta area che, a sua volta si articola nei due distinti momenti procedurali Via e VincA, richiedono procedimenti e articolazioni procedurali che impongono fasi temporali lunghe. In particolare la Valutazione di Impatto Ambientale richiede un obbligato cronoprogramma di rilievi che necessariamente impone il ricorso a distinte fasi stagionali. Per evitare, quindi, possibili equivoci interpretativi ricordo in modo sintetico le finalità sia della Via che della VincA. La Valutazione di Impatto Ambientale (Via) è una procedura che ha lo scopo di individuare, descrivere e valutare, in via preventiva alla realizzazione delle opere, gli effetti sull’ambiente, sulla salute e benessere umano di determinati progetti pubblici o privati, nonché di identificare le misure atte a prevenire, eliminare o rendere minimi gli impatti negativi sull’ambiente, prima che questi si verifichino effettivamente e questi approfondimenti, ripeto, impongono un lungo monitoraggio temporale. La Valutazione di Incidenza (VincA) è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano, programma, progetto, intervento od attività che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso.

Ricordo che Natura 2000 è il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione, istituita per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario. La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (Sic), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (Zsc), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (Zps). Ebbene, gli esiti istruttori della apposita Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale – Via e Vas (CT-VA) il 15 marzo del 2013 ha contemplato i seguenti due specifici ambiti di espressione:

– il primo ambito: atteneva all’esito dell’istruttoria di valutazione ambientale operata in merito alle opere oggetto di “Varianti Sostanziali”, previste sui versanti siciliano e calabro (Studio di impatto ambientale). Il Sia, redatto con il progetto definitivo del 2011, a suo tempo fu istruito in sede di procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale ed aveva ad oggetto le opere interessate da “Varianti Sostanziali”, previste sui versanti siciliano e calabro

– il secondo ambito: era relativo alla “Verifica di Ottemperanza” delle prescrizioni/raccomandazioni impartite dalla delibera Cipe n. 66 del 1° agosto 2003 sul Progetto Preliminare e da ottemperarsi in fase di progettazione definitiva. La procedura di Verifica di Ottemperanza ha la finalità di riscontrare l’assunzione positiva, in sede di redazione del “Progetto Definitivo dell’Opera di Attraversamento stabile dello Stretto di Messina e dei collegamenti stradali e ferroviari sul versante Calabria e Sicilia”, degli indirizzi prescrittivi e raccomandazioni impartite dalla delibera Cipe n.66 del 1° agosto 2003 sull’omologo Progetto Preliminare.

Ebbene, oggi disponiamo di tre tipi di giudizio:

  • giudizi di esaustività, che prefigura la completezza della documentazione fornita dal Proponente in merito alla corrispondente richiesta di integrazioni documentali, di natura sia relazionale che grafica, da prodursi nell’ambito della procedura istruttoria di riferimento;
  • parziale esaustività, che prefigura la parziale completezza della documentazione fornita dal Proponente in merito alla corrispondente richiesta di integrazioni documentali, di natura sia relazionale che grafica, da prodursi nell’ambito della procedura istruttoria di riferimento;
  • non esaustività, che prefigura la carenza della documentazione fornita dal Proponente in merito alla corrispondente richiesta di integrazioni documentali, di natura sia relazionale che grafica, da prodursi nell’ambito della procedura istruttoria di riferimento.

Se entriamo nel merito di questi tre ambiti scopriamo che nei confronti del Ponte siamo in presenza, per quanto concerne alla valutazione ambientale, di:

  • 115 giudizi di esaustività;
  • 53 giudizi di parziale esaustività;
  • 133 giudizi di non esaustività.

Per quanto concerne la Verifica di ottemperanza abbiamo tre tipi di formulazioni:

  • “ottemperante”, esito che prefigura la rispondenza positiva del progetto definitivo alle prescrizioni/raccomandazioni impartite dal suddetto dispositivo rispetto al progetto preliminare approvato;
  • “parzialmente ottemperante”, esito che prefigura la rispondenza positiva parziale del progetto definitivo alle prescrizioni/raccomandazioni impartite dal suddetto dispositivo rispetto al progetto preliminare approvato;
  • “non ottemperante”, esito che prefigura la rispondenza negativa del progetto definitivo alle prescrizioni/raccomandazioni impartite dal suddetto dispositivo rispetto al progetto preliminare approvato.

Queste tre verifiche portano ai seguenti risultati:

  • ottemperante: sei prescrizioni;
  • parzialmente ottemperante: diciotto prescrizioni;
  • non ottemperante: una prescrizione.

Questa esposizione relativa alla articolata e lunga verifica sui rischi ambientali del Ponte sullo Stretto l’ho fatta non solo per esporre la serietà con cui negli anni dal 2003 al 2013 si è approfondito l’intero impianto progettuale, ma anche per testimoniare che si dispone oggi di un materiale ricco di approfondimenti e “valutazioni” che non possiamo e non dobbiamo assolutamente sottovalutare o reimpostare integralmente sui rischi collegati alla costruzione del Ponte sullo stretto stesso. Ciò perché una riattivazione integrale dei processi istruttori e delle attività di “verifiche sul campo” comporterebbe un allungamento dei tempi di avvio, sia della fase progettuale esecutiva che della concreta cantierizzazione dell’opera, di almeno 18 mesi, senza peraltro raggiungere probabilmente un livello che possa ritenersi soddisfacente in termini di affidabilità dei dati, laddove invece la vera “sfida” della Via risiede, per un’opera così complessa mai esaminata finora nel contesto nazionale, in un continuo e sistematico controllo degli impatti nel tempo senza però mettere in dubbio, ripeto, la validità delle analisi e dei controlli già effettuati.

Diversamente, far dipendere il giudizio di compatibilità ambientale all’attualizzazione in questa fase dei “rilevamenti in campo”, si trasformerebbe in una occasione, per lo schieramento politico opposto al Ponte e per la serie di organismi all’interno dei vari ministeri competenti, anche diretti da ministri della attuale maggioranza, mirata ad incrinare l’impegno riposto da un ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti come Matteo Salvini nell’attuare davvero questa opera. Sono convinto che stranamente oggi non fa paura l’opposizione ma fa più paura quello che da sempre definisco, nel caso specifico, “fuoco amico” e forse dovremmo anche ricordare che è vero che le idee camminano con le gambe degli uomini ma purtroppo camminano sia quelle buone che quelle cattive.


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