X
<
>

Giorgia Meloni conclude la festa per i dieci anni di Fratelli d'Italia

Share
3 minuti per la lettura

«QUANDO 10 anni fa abbiamo iniziato questo percorso nessuno avrebbe immaginato quello che stiamo vivendo. Anzi per anni si è scommesso sul fatto che il partito non sarebbe sopravvissuto». Alle 18.20 a piazza del Popolo, dove si celebra il decimo compleanno di Fratelli d’Italia, cala il silenzio. Perché sul palco adesso c’è Giorgia Meloni, presidente del Consiglio da oltre 50 giorni, anche se qui continua ad essere per tutti «Giorgia».

Intervistata dal giornalista di SkyTg4 Roberto Inciocchi, l’inquilina di Palazzo Chigi mette subito in chiaro: «Abbiamo stravolto i pronostici sulla tenuta di FdI, confido che faremo lo stesso sulla durata del governo». Primo quesito: la maggioranza è compatta? Risposta netta: «Con gli alleati i rapporti sono ottimi: sono molto contenta dalla maggioranza e orgogliosa dal clima che c’è in consiglio dei ministri. In passato per fare una manovra ci volevano ore e ore, a noi è bastata un’ora, tutti consapevoli della posta in gioco. Questo è un governo che esce da un voto chiaro, non da un gioco di palazzo. A noi interessa il risultato. Ringrazio Salvini, Berlusconi, gli alleati mi stanno rendendo il lavoro molto facile».

I toni della premier non sono certo ecumenici. Ne ha per tutti. Le critiche di Confindustria sulla manovra finanziaria? «Più della metà delle risorse le abbiamo usate per mettere in sicurezza le imprese. Quando, come fa Confindustria, mi si dice che devo fare di più mi si dica anche dove prendere le risorse. Quando queste realtà legittimamente fanno le loro osservazioni, sono legittimi portatori di interessi, poi non hanno come noi la responsabilità di far quadrare il cerchio».

Perché mettere mano al reddito di cittadinanza? «Intervenire su reddito non è un modo di odiare i poveri, come dice la sinistra, ma si fa questa scelta perché non si vogliono sfruttare i poveri per fare campagna elettorale». Non manca un passaggio sui rapporti tra Francia e Italia, oggi più che freddi, dopo lo scontro sulla nave Ong Ocean Viking «Mica siamo alle elementari. Io faccio il presidente del consiglio e il presidente francese: le dinamiche sono un po’ meno personali e più politiche. Ognuno fa l’interesse della sua nazione e dobbiamo trovare una soluzione».

Fatta questa premesse, Meloni insiste: «L’Italia ha smesso di accettare supinamente qualcosa di inaccettabile e ha alzato la testa: il risultato è che si parlerà del problema». Alla fine tutto di questo la premier non si pente di nulla di quanto fatto negli ultimi due mesi: «Faccio esattamente quello che penso sia giusto fare». Un auspicio per il futuro? «Auspico che le cose vadano meglio per gli italiani. Ci sarà un governo, farà il suo meglio, senza padroni, senza rendere conto a nessuno, darà stabilità, che è fondamentale per la credibilità del Paese».

Poco prima tocca a Matteo Salvini, seppur in videocollegamento. «Giorgia Meloni sarà premier a lungo» profetizza il vicepresidente del consiglio. E ancora: «Per 56 giorni Meloni ha fatto più di qualche fenomeno chiacchierone». E ancora: «Provano a farci litigare ma non ci riusciranno». Nello stesso consesso c’è spazio per un altro videomessaggio di saluti da parte di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere incorona Meloni: «Oggi, con pieno merito, tocca a Giorgia guidare la coalizione e lo sta facendo con l’autorevolezza e la credibilità che tutti le riconoscono, in Italia e all’estero». Tuttavia il messaggio del leader azzurro scatena qualche fischio, perché il filmato viene trasmesso con un po’ di ritardo quando in scaletta dovrebbe essere previsto l’intervento della leader di Fd’I. Non a caso Meloni, una volta salita sul palco, rimprovera scherzosamente i suoi: «Da quando non ci sono più, siete diventati più indisciplinati». 


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE