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Un rendering del Ponte sullo Stretto di Messina

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IL COLLEGAMENTO stabile tra la Sicilia e la Calabria va fatto: «Esistono profonde motivazioni per realizzare un sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina, anche in presenza del previsto potenziamento e riqualificazione dei collegamenti marittimi (collegamento dinamico)».

E’ il parere dei tecnici del gruppo di lavoro istituito presso la struttura tecnica di Missione del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, affidato alla relazione che il ministro Enrico Giovannini ha tramesso ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati.

I tecnici hanno esaminato pregi e difetti delle ipotesi in campo: i tunnel in alveo e subalveo, su cui hanno espresso dubbi legati al rischio sismico, il ponte ad unica campata e quello che ne prevede tre, ritenendo «che la soluzione aerea a più campate sia potenzialmente più conveniente di quella a campata unica». Una scelta in questo senso porterebbe a ricominciare da zero, considerando che il progetto a una campata può contare su un progetto definitivo, con buona pace quindi chi chi addirittura pensava di poterla affidare al Recovery plan.

In particolare, i tecnici ritengono, di «sconsigliare le soluzioni dei tunnel subalveo e in alveo soprattutto per l’elevato rischio sismico ad esse collegato e per la mole di indagini geologiche, geotecniche e fluidodinamiche necessarie per verificarne la fattibilità tecnica, ma anche per l’eccessiva lunghezza necessaria per il tunnel subalveo e la presumibile durata degli approfondimenti necessari per la nuova soluzione del tunnel in alveo, per la quale mancano riferimenti ed esperienze».

Il gruppo di lavoro suggerisce «di sviluppare la prima fase del progetto di fattibilità limitando il confronto ai due sistemi di attraversamento con ponte a campata unica e ponte a più campate, anche ipotizzando diverse soluzioni progettuali per i collegamenti a terra e, nel caso del ponte a più campate, per la localizzazione e la struttura». In particolare, il sistema con ponte a campata unica di 3.300 metri, si ricorda, è stato adottato nel progetto definitivo sviluppato nel 2011 dalla Società Stretto di Messina SpA in liquidazione (SdM) e redatto sulla base del progetto preliminare approvato dal CIPE (delibera n. 66 del 1/8/2003).

«Il progetto – si sostiene – andrebbe comunque adeguato sia ai risultati delle ulteriori indagini già in parte previste dal progetto definitivo, sia alle nuove Normative Tecniche per le Costruzioni e alle più recenti Specifiche Tecniche di Interoperabilità inerenti al sottosistema infrastruttura e sicurezza delle gallerie ferroviarie, emanate successivamente alla sua redazione».

Tra i punti di forza, la relazione indica la disponibilità del progetto definitivo, «ancorché non approvato dal Cipe, che «può consentire una riduzione dei tempi dell’iter approvativo, quindi una maggiore velocità di avvio della fase realizzativa almeno per l’opera di attraversamento stabile». Considera poi la «ridotta sensibilità alla sismicità dell’area e alle conseguenti azioni sismiche», «nessuna interazione con il traffico marittimo, limitato impatto su fondali e flora\fauna marina», la «tecnologia innovativa ed effetto “showcase”», la «salvaguardia delle opere di potenziamento/adeguamento dei collegamenti terrestri con il ponte già realizzate (es. variante di Cannitello)».

Il sistema con ponte a più campate, ipotizzabile, ad esempio, a tre campate con due pile in mare, è considerata «una soluzione tecnicamente fattibile, anche grazie agli avanzamenti delle tecnologie di indagine e realizzazione per fondazioni di opere civili marittime a notevoli profondità».

Rispetto al ponte a campata unica, si sostiene, il ponte a più campate «potrebbe avere una maggiore estensione complessiva e mantenere al tempo stesso la lunghezza della campata massima simile a quelle già realizzate altrove e, quindi, usufruire di esperienze consolidate, anche dal punto di vista di tempi e costi di realizzazione». Ma «andrebbero approfonditi i temi relativi alla risposta delle pile in acqua rispetto ad eventi sismici e alle forti e variabili correnti marine. Infine, questa soluzione consentirebbe di utilizzare parte degli studi effettuati per la progettazione del ponte a campata unica per la similitudine tecnologica delle due soluzioni».

Qualunque sia la scelta finale, per finanziamento dell’opera, il gruppo di lavoro ritiene «più efficiente finanziare il sistema di attraversamento interamente e trasparentemente a carico della finanza pubblica, anche in relazione ai benefici diffusi che l’opera ha sull’intero Paese».


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