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Tifosi napoletani in festa

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SCUDETTO a Napoli! Il segnale della seconda locomotiva che parte? Se vogliamo cogliere una serie di elementi per pensare che finalmente anche il Sud é su una strada virtuosa possiamo trovarne parecchi. Lo scudetto non è solo una coppa che ritorna nella città partenopea dopo 33 anni. E di più, molto di più, come dice la comunicazione della Chiesa Cattolica per il 2 × 1000. É la rivalsa contro i cori razzisti “Vesuvio lavali con il fuoco” e “Acqua e sapone, usate acqua e sapone”. Contro: “Napoletano? Emigrante?” di Massimo Troisi. Contro una vulgata che vuole il napoletano, ma in generale il meridionale, uomo da mandolino e spaghetti, poltroniere e nullafacente, spesso “mariolo “, in ogni caso che vive di espedienti e al limite della legalità, come le maschere ben rappresentate da Totò e Peppino. Quell’occupabile che nella vulgata recente non vuole lavorare, ma che é in grado di farlo, ma non lo fa perché fondamentalmente è uno scansafatiche. Dimenticando i 30.000 che ogni anno vanno via dalla Campania per andare a lavorare al Nord e i 100.000 che dal Mezzogiorno emigrano pur di avere una prospettiva di vita.

Una parte del Paese incolta ha dimenticato la grande tradizione partenopea in molte scienze, da quella giuridica, a quella medica, a quella del notariato. Ha dimenticato le grandi eccellenze della Federico secondo. Lo scudetto ormai già nelle mani che dice il toscano Luciano Spalletti “Ce lo stiamo trezziando chiano chiano” ,come dicono a Napoli, e la rivalsa rispetto a tutti luoghi comuni. Anche perché le squadre che si sono battute hanno club blasonati che sembravano invincibili, e che appartengono a quei territori i cui amministratori e residenti hanno spesso mortificato la capitale del Sud. Nessuno dimentica la trasferta dei bergamaschi per dare manforte ai tifosi inglesi scesi per distruggere la Città.

Ma lo scudetto è solo uno degli elementi di una rivalsa che ha molte facce. La Citta è stata riscoperta e la sua immagine di irredimibilitá sta cedendo ad una visione più positiva. La soluzione della vertenza Whirlpool con l’acquisto della azienda grazie alla Zes campana, le tante aziende che si stanno localizzando fanno ben sperare. Il fenomeno turistico che invade la città sa tanto di una riscoperta di una città che é stata massacrata per anni nella sua immagine. Il ragazzo con la maglia della Juve che gira per Napoli, senza che nessuno lo attacchi sono il simbolo di una città accogliente, multiculturale, di quella città dal caffè sospeso che fa specie a tutto il mondo. Ma certo risalire la china del sottosviluppo non è né semplice né può essere veloce. Riportare una città da un rapporto occupati compresi i sommersi di uno a quattro a quello fisiologico di uno a due é una mission se non impossibile certamente complessa. E non può avvenire certamente con le sole forze locali, é necessario un impegno nazionale considerevole, per fare rinascere una città che ha tutte le caratteristiche per diventare capitale, come lo era quando competeva con Parigi e Londra.

Peraltro la Campania, antropizzata molto intensamente, con i suoi 6 milioni di abitanti, demograficamente la più grande regione del Sud, che da sola rappresenta poco meno di un terzo della popolazione complessiva del Mezzogiorno, deve trovare tante vie per poter sopravvivere e affermarsi nel panorama nazionale. Per questo è necessario che si pensi a individuarla come sede di un prossimo grande evento, di un’agenzia internazionale, e di pensare a investimenti dall’esterno dell’area che possano localizzarsi nella sua Zes, per riportare un manifatturiero che é diventato sempre meno consistente. Il futuro peraltro può diventare meno problematico se il collegamento ferroviario con l’alta velocità con l’area barese si realizzerà in tempi brevi. Un’attenzione maggiore poi del servizio pubblico, che dia l’informazione delle tante cose positive, a cominciare dalla stagione del San Carlo, e che la tratti alla stessa stregua di Verona per esempio, sarebbe un approccio doveroso che é sempre mancato.

Sembra tutto assolutamente naturale in un Paese come la Spagna, che ha valorizzato enormemente Siviglia, Malaga e Granada, ma che da noi diventa un approccio rivoluzionario. Il suo collegamento con l’alta velocità ferroviaria ha reso la città facilmente raggiungibile e questo certo gioca un ruolo importante, quello che manca a molte altre città del Sud a cominciare da Palermo e Bari. Avere però verso Sud un deserto produttivo incide enormemente sul ruolo di capitale di un’area che se fosse più ricca darebbe molta più forza. Questa la ragione per la quale una valorizzazione del Sud ha un effetto moltiplicativo rispetto a tutti i territori.

Sappiamo perfettamente che non dobbiamo lamentarci ma sbracciarci perché il futuro ce lo dobbiamo costruire con le nostre mani, soprattutto in un momento nel quale molte delle Regioni più ricche stanno tirando i remi in barca, dopo i grandi investimenti che sono stati fatti da tutto il Paese nelle loro realtà, per capitalizzare i ricavi solo per le loro popolazioni. Ma se lamentarsi non è positivo è opportuno chiedere con forza parità di trattamento, a cominciare dai diritti di cittadinanza e alla spesa pro capite statale analoga per ogni cittadino che nasce. In un paese che distribuisce le risorse in base alla spesa storica anche questo non è facile e prevede una lotta pesante.


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