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Enrique Irazoqui con Pier Paolo Pasolini a Matera (foto di Domenico Notarangelo)

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In occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini analizziamo brevemente ogni singolo film del regista, Identificando l’altalenante girovagare tra tragico e comico di un regista perennemente sospeso tra la Vita e la Morte.  


ACCATTONE (1961)

Malavita da strada, lessico naturale (i dialoghi sono curati con profonda etimologia dal pasoliniano Sergio Citti) naturale vocazione da prostituta per le donne accompagnano l’estate di Accattone e della battona romanesca che a lui si unisce. Un bianco e nero esemplare illumina emarginati che diventano protagonisti assoluti di una Storia che è controstoria.


MAMMA ROMA (1962)

Anna Magnani dà forma, fisicità e voce a Mamma Roma, prostituta che attraverso il mestiere cerca il riscatto piccolo borghese abbandonando la borgata per una più rispettabile periferia romana che invece non redime e non perdona. Ettore, il figlio, in un finale struggente muore su un letto di contenzione dopo un fermo di polizia.


LA RABBIA (1963)  

Film di montaggio realizzato in due parti da Giovannino Guareschi e Pier Paolo Pasolini che non avrà successo. Si tratta di una sorta di grande Blob ante litteram in cui due personalità titaniche e opposte hanno modo di urlare la loro concezione politica del mondo.


LA RICOTTA (1963)

Episodio del film collettivo Rogopag. Sorta di summa pasoliniana che mette al centro della ricostruzione filmica la Passione di Cristo celebrando l’ascesa e caduta del sottoproletario Stracci destinato alla morte di fame in Croce per motivi di finzione. Uso alternato del bianco e nero e del colore con raffinate citazioni pittoriche del Pontormo. Orson Welles attore.


COMIZI D’AMORE (1964)

Microfono in mano e cameraman al seguito Pasolini gira le spiagge e le piazze d’Italia dal nord al sud per chiedere domande semplici che restituiscono uno dei migliori spaccati sociali e antropologici dell’Italia dell’epoca. Non mancano domande a celebri intellettuali.


IL VANGELO SECONDO MATTEO (1964) 

Il film che consegna una dimensione internazionale a Pasolini come regista di grande talento. La sceneggiatura è tratta integralmente dal testo
evangelico è resa filmica con scene indimenticabili e di gran valore. Un film monumento che si vedrà con lo stesso interesse fino alla fine dell’umanità.


UCCELLACCI E UCCELLINI (1966) 

Totò è il papà di Ninetto Davoli in uno dei film più intensi nella riflessione pasoliniana. Sono i due eroi, che di cognome fanno simbolico “Innocenti”, in un film saggio che resta a futura memoria . Li segue un corvo che ha la voce del poeta Leonetti che racconta loro la storie di fraticelli francescani che trovano narrazione filmica negli stessi attori.


EDIPO RE (1967)

La tragedia greca ambientata e mescolata in chiave cinematografica nella provincia italiana del primo dopoguerra filtrata dall’autobiografismo del regista  ripropone le sue profonde difficoltà esistenziali che ciclicamente lo contrappongono al difficile rapporto con il padre.


APPUNTI PER UN FILM SULL’INDIA (1967)

Documentario nato su committenza della Rai per essere inserito nella programmazione di TV7.


LA TERRA VISTA DALLA LUNA (1967)

Episodio del film “Le streghe”. Totò e Ninetto Davoli questa volta duellano con la Mangano in una vicenda all’ombra del Colosseo dove si agitano amore, morte, soldi e fantasmi.


TEOREMA (1968)

Un’ospite intruso nel nucleo familiare di un industriale fa sesso con tutti i componenti nessuno escluso. Quando andrà via tutti sono cambiati. Si
salva solo la serva di origine contadina interpretata da una bravissima Laura Betti che vince la Coppa Volpi alla Mostra di Venezia.


LA SEQUENZA DEL FIORE DI CARTA (1969)

Pier Paolo torna all’evangelista Matteo per modernizzare la parabola del fico nel film ad episodi “Amore e rabbia”.


PORCILE (1969)

Complessa parabola che si dipana in due direzioni:  un cannibale sbranato dalle fiere in un luogo inventato ambientato sull’Etna e il figlio di un
industriale tedesco che si accoppia ai porci che finiranno per divorarlo nella villa Pisani di Stra.


APPUNTI PER UN’ORESTIADE AFRICANA (1969-1973)

Tra Uganda e Tanzania con il proposito di allestire l’Orestiade di Eschilo in una terra madre non aggredita ancora del consumismo e dal regno delle merci.


MEDEA (1970)

Maria Callas nella trasposizione della tragedia di Eschilo e sul tema estremamente pasoliniano del conflitto tra società agricola che diventando urbana perde il concetto di sacro.


IL DECAMERON (1970)

Pasolini ha il merito di aver restituito agl’italiani la lezione del Decamerone, notevole opera caduta in dimenticanza. Le 7 novelle scelte per la sceneggiatura sono ambientate a Napoli con una precisa scelta di campo meridionalista. Pasolini grande esperto di pittura interpreta Giotto.


LE MURA DI SANA’A (1970)

Pasolini realizza un documentario d’impegno  (non privo d’ispirata poesia civile) appellandosi all’Unesco per salvare la città dello Yemen.


I RACCONTI DI CANTERBURY (1972)

Pasolini elabora 8 dei 21 racconti del libro di Chaucer e li sceneggia con la propugnante vitalità (nonostante dissensi critici molto manifesti) del precedente. Ennio Morricone elabora musiche celtiche scelte dal regista


IL FIORE DELLE MILLE E UNA NOTTE (1974)

La trilogia della vita si conclude ad Oriente con uno dei novellieri più celebri della letteratura mondiale che Pasolini potenzia ancora una volta sul versante sessuale che sta a lato dalla Morte incombente.


SALO’ O LE 120 GIORNATE DI SODOMA (1975)

Pasolini lascia il suo testamento adoperando il fascismo storico ambientando una metafora molto leggibile della epoca che si appresta ad ammazzare Pasolini con la stessa violenza che si mostra nel film. Sade viene trasposto a Salò e Marzabotto in una precisa identificazione del nuovo fascismo.


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