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Il teatro greco di Siracusa

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Chiusa la bellissima kermesse di Sanremo, tante domande sorgono spontanee. Il prodotto confezionato è stato di grande livello artistico e commerciale. Ovviamente i mezzi a disposizione sono stati consistenti e l’organizzazione della Rai eccellente.  Sono convinto peraltro che l’intera operazione della Rai, anche di fronte a cachet milionari, quali quelli che certamente avranno avuto Fiorello e Zanone, Ferilli e Maneskin, il risultato economico sarà stato positivo. Anche se il calcolo non è facile perché vi sono molti costi indiretti difficilmente imputabili.

Ma un grande evento come Sanremo ha anche dei ricavi importanti per il territorio che lo ospita, sia in termini di indotto per le attività commerciali, alberghi, ristoranti, sia come immagine propagandata per tutto il Paese. L’intera Liguria ne trae giovamento come attività turistica: gli spot trasmessi all’interno del festival hanno un enorme valore.

CONCENTRAZIONE AL NORD

A breve ci sarà il contesto europeo a Torino, che pur se non avrà l’eco di Sanremo, certamente sarà di rilievo. Infatti, poiché i Maneskin hanno vinto l’Eurovision Song Contest 2021 con il brano “Zitti e buoni”, la manifestazione quest’anno si svolgerà in Italia. Si è scelta Torino come sede e certamente sarà seguita in modo attento dalla Rai. Anche sull’Arena di Verona, sul Teatro alla Scala o sul Festival del Cinema di Venezia la Rai continua negli anni a puntare. E poi nel 2026 l’Olimpiade invernale Milano-Cortina, un richiamo dell’Expo del 2015, sarà certamente ben seguita.

La prima domanda che viene spontanea è come mai tutti questi eventi sono concentrati al Nord. Le risposte sono tante. Tra queste certamente l’esistenza di strutture importanti, quali palazzi dello sport che consentono eventi con migliaia di persone, la tradizione di alcuni spettacoli come quelli dell’Arena di Verona che, grazie anche alla posizione geografica vicina alla Germania, consente stagioni con grandi numeri. Per la Scala la storia che ne ha fatto uno dei teatri lirici più importanti del mondo. Per Sanremo una manifestazione ultrasettantenne che ha rappresentato la celebrazione della canzone italiana.

Ed è anche naturale che le realtà sviluppate hanno maggiori motivazioni per ospitare grandi eventi, così come eventi consolidati da lanciare.

 Tutto condivisibile. Ma se la logica giusta è questa, l’Expo di Siviglia la Spagna avrebbe dovuto farla svolgere a Madrid o a Barcellona. La Louis Vuitton Cup certamente non a Valencia. Invece i grandi eventi, come il sostegno a eventi tradizionali, hanno proprio il senso di lanciare nuovi territori, di valorizzare aree marginali di un Paese, con lo scopo di infrastrutturare certi territori e, ad esempio, distribuire il turismo su più mete nel Paese, anche per evitare di dover mettere il numero chiuso in alcune destinazioni.

A maggior ragione quest’opera dovrebbe farla una Tv come la Rai che svolge servizio pubblico. La Rai non ha responsabilità nella scelta delle localizzazioni e quindi segue quelle che il governo nazionale, insieme al Coni, decide per le manifestazioni sportive.

LA PROMOZIONE

Per quanto attiene invece a manifestazioni di altro genere forse uno sforzo maggiore per sostenere quelle che avvengono nei territori più periferici potrebbe essere un modo per aiutare le realtà marginali a essere promosse.

Dalle rappresentazioni classiche di Siracusa, un must del mondo, al festival internazionale del folklore di Agrigento, in una valle incantata con i mandorli fioriti, al festival “La Notte della Taranta”, il più grande festival d’Italia e tra le più significative manifestazioni sulla cultura popolare in Europa, molte di queste manifestazioni potrebbero decollare e rilanciare i territori che le ospitano, rendendole eventi nazionali importanti.

Non dimentichiamo, per esempio, che quello che era un festival di grande identità, quello della canzone napoletana, è scomparso nel nulla malgrado una tradizione prestigiosa e certamente potrebbe essere ripreso.

Se lo sviluppo del Sud è un progetto prioritario per tutto il Paese non vi sono ambiti nei quali non vada considerata tale priorità. E in particolare tutte le aziende che sono partecipate dallo Stato, anche se quotate in Borsa, devono tener presente tale priorità. Così come Poste italiane non può abbandonare i villaggi periferici e l’Enel deve dare energia anche alle realtà dove non converrebbe portare l’elettricità, anche la Rai deve fare la sua parte.

Tale convinzione non è condivisa da tutti. Alcuni pensano che essendo alcune aziende quotate in Borsa debbano seguire solo le regole del mercato. Ovviamente questa posizione ha le sue ragioni, ma in tal caso non si capisce perché lo Stato dovrebbe mantenere quote importanti e impiegare risorse consistenti in queste società. Nel progetto di sviluppo del Sud molto possono fare certamente le Ferrovie dello Stato piuttosto che Fincantieri e mettere a regime il cantiere di Palermo può essere un obiettivo importante per aiutare a far crescere il tasso di occupazione che come si sa, al Sud è particolarmente basso.

 Purtroppo ciò non avviene e, nel caso Rai, sembra che l’azienda sia finanziata solo dagli utenti del Nord, perché si ritrova particolarmente concentrata sulle realtà che stanno sopra Roma. Anche nell’individuazione dei commentatori ospiti dei talk show sembra che tutta la parte meridionale «non esprima altro che sfinimento» come diceva Ceronetti nel suo “Viaggio in Italia”.

IL RUOLO CHIAVE DELLA RAI

Un atteggiamento coloniale abbastanza diffuso ma che certamente una Tv pubblica non può consentirsi, soprattutto quando gli strumenti esistenti sono tali che la distanza dal centro di produzione diventa assolutamente irrilevante.

Per essere corretti e onesti bisogna anche dire che molte fiction, come quella di Montalbano e adesso Makari e la serie “Un posto al sole”, che continua la sua programmazione ormai decennale, sono ambientate al Sud promuovendone territorio e bellezze. 

Ma in un Paese nel quale tutta l’informazione più importante ha sede e localizzazione nel Nord, a cominciare dai cosiddetti “giornaloni” fino alle Tv commerciali e generaliste, il ruolo della Rai diventa ancor più importante. Lo è stata nell’omologare il linguaggio in tutto il Paese, nella formazione con trasmissioni tipo “Non è mai troppo tardi”, lo è ancora oggi con la sua proposta di assetto sociale tipo, lo deve essere anche nel progetto di unificazione economica del Paese.

Gli spettacoli i festival, lo sport in tale opera possono contribuire in modo determinante, perché le esigenze sono quelle di fare in modo che anche le realtà periferiche meridionali vengano promosse.


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