X
<
>

John Brendan Kelly

Condividi:
5 minuti per la lettura

John Brendan Kelly era di Filadelfia, la più importante città della Pennsylvania anche se non ne è la capitale, che è, invece, Harrisburg. Fu a Filadelfia che il 4 luglio 1776 venne approvata la “Dichiarazione di Indipendenza” degli Stati Uniti, redatta da Thomas Jefferson, che poi sarebbe divenuto il terzo presidente americano e uno dei quattro volti scolpiti sul monte Rushmore (gli altri tre sono George Washington, Abramo Lincoln e Teodoro Roosevelt), da John Adams, che fu il primo vicepresidente e il secondo presidente, nonché il primo ad abitare la Casa Bianca, da Benjamin Franklin, l’inventore che “strappò al cielo il fulmine, lo scettro ai tiranni”, come è inciso su di un busto dedicatogli, un verso del poeta francese Turgot, da Robert R. Livingston, avvocato, e da Roger Sherman, calzolaio. La “Dichiarazione”, che prevedeva il “diritto alla felicità”, venne poi firmata dai Padri Fondatori.

Fu a Filadelfia che il 4 ottobre 1889 nacque il nono dei 10 figli di John Kelly, un immigrato irlandese che era arrivato in America da Newport, e di Mary Ann Costello, anche lei irlandese di origine e della Contea di Mayo. Lo chiamarono John Brendan, nome che ricordava quello del quarto figlio, che era scomparso l’anno precedente, a 11 anni, e che si chiamava John Joseph.

John Brendan Kelly diventò un ragazzone: era alto un metro e 89 e pesava 90 chili. Aveva “due braccia così” e ne allenava la forza con due attività precise: quella di muratore, con la quale provvedeva al sostentamento personale e dava un aiuto a quello della numerosa famiglia, e quella di canottiere sul fiume Schuylkill, uno dei due corsi d’acqua (l’altro è il Delaware, di cui il primo è tributario) alla confluenza dei quali sorge Filadelfia.

I RITRATTI DI PIERO MEI

Sulle rive dello Schuyikill erano nati parecchi circoli remieri: fra questi il Vesper Club che era il più glorioso di loro ed uno dei più famosi d’America. Il circolo, al numero civico 10 di Boathouse Road, era stato fondato nel 1865 con il nome di Washington Barge Club; nel 1870 aveva cambiato la ragione sociale ma non lo scopo, dichiarato nello statuto, di “produrre campioni olimpici”, il che cominciò a fare con l’oro dell’Otto a Parigi 1900. Ed ha continuato fino ai giorni nostri.

Kelly si iscrisse al Vesper nel 1913 ed iniziò una striscia di regate vittoriose sterminata: se ne contarono 126! Le cose andavano bene al giovane campione anche in campo lavorativo: da muratore s’era trasformato in piccolo imprenditore delle costruzioni. Sarebbe diventato, nel tempo, miliardario.

La Grande Guerra interruppe entrambe le “carriere” di Kelly che venne chiamato alle armi e spedito come soldato semplice in Francia. Ne uscì congedato con il grado di tenente e con una notevole fama anche come pugile: partecipò nella categoria dei massimi a un torneo militare e vinse tutti i 12 incontri disputati. Non poté misurarsi nella finale perché si infortunò a una caviglia. Il torneo vide vincitore Gene Tunney  che, diventato professionista, conquistò anche il titolo mondiale battendo Jack Dempsey.

Tornato a Filadelfia, John Brendan Kelly riprese il canottaggio e l’edilizia, e quindi le vittorie e i guadagni. Era il 1920 quando venne convinto a partecipare alla Henley Royal Regatta, la prova più prestigiosa per i canottieri; si disputa sul Tamigi dal 1839 ed è nel ramo del remo come Wimbledon nel tennis, il Royal Ascot nell’ippica, la Calcutta Cup nel rugby, l’America’s Cup nella vela. Mandarono l’iscrizione al ristretto club inglese, ma gli fu negata dai presunti custodi della sacralità del dilettantismo nello sport: una regola dalla fondazione proibiva esplicitamente la presenza in gara di “operai, artigiani e manovali” quale era stato il giovane Kelly e in più apparteneva al Vesper Club che era stato cacciato dalla manifestazione, nel 1906, anche questa volta con l’accusa di professionismo: i suoi canottieri avevano avuto il viaggio a Londra pagato da una pubblica sottoscrizione. Denaro per fare sport, sacrilegio! Probabilmente si trattava di due cavilli: la vittoria di un americano sarebbe stata molto più difficile da tollerare che non quella di un ex muratore o di un club che s’era fatto finanziare un viaggio.

Kelly non avrebbe voluto partecipare all’altro grande evento di quell’anno, le Olimpiadi di Anversa; ma, quando gli dissero che in acqua ci sarebbe stato Jack Beresford, cambiò parere e si fece olimpico e poi olimpionico (la differenza fra i due aggettivi è una medaglia d’oro che il primo non ha e il secondo sì). Jack Beresford era il ventenne del villaggio di Chiswick, Londra, da noi conosciuto per aver conservato per un quarantennio nel locale cimitero la salma di Ugo Foscolo prima che fosse traslata a Santa Croce, a Firenze, tra i “Sepolcri” che lo avevano ispirato per un conosciutissimo poema. Beresford era stato il vincitore della “regata proibita” a Kelly, un “usurpatore” per il campione americano. L’occasione era propizia per la “vendetta”.

E “vendetta” fu domenica 29 agosto 1920 nel canale Willebroeck nella città belga. I due Jack (anche John Brendan Kelly in famiglia veniva chiamato così) si ritrovarono spalla a spalla nella regata finale. Avevano vinto il primo round e la semifinale, Beresford in 7:45.0 in entrambe le occasioni, Kelly in 7:44.2 e in 7:46.2 rispettivamente. L’ultimo match vide l’americano portare la sua prua davanti proprio nel finale e vincere in 7:35.0 con il britannico un secondo dietro. La stessa domenica Kelly, in coppia con il cugino Paul Costello, vinse anche l’oro nella gara del doppio. Impresa che i cugini bissarono a Parigi 1924, mentre in quell’occasione Beresford vinse l’oro nel singolo. Costello avrebbe poi triplicato ad Amsterdam 1928, in coppia stavolta con Charles McIlvaine, mentre Beresford avrebbe proseguito a vincere medaglie, per un totale di cinque, fino a Berlino ’36 compresa.

La sera della domenica, John Brendan Kelly prese un foglio e una busta: sul primo scrisse “saluti da un muratore”, sulla seconda l’indirizzo, “Sua Maestà Giorgio V, Buckingham Palace, Londra”, che per scrivere a un re non serve troppa precisione nell’indirizzo. Si tolse il berretto, lo infilò nella busta insieme con il foglio e spedì il tutto. La “vendetta” era completa, o quasi.

Quasi, perché poi entrarono in scena (è il caso di dirlo) i figli: John Kelly jr conquistò il bronzo olimpico a Melbourne 1956, e nel 1947 aveva vinto la Henley Royal Regatta; il 18 aprile 1956 Grace, regina di Hollywood, divenne principessa di Monaco sposando Ranieri III in mezzo a rappresentanti di tutte le case reali, divi di tutti i film e 35 metri di pizzo di Valenciennes. Non male per la “figlia del muratore”. Il cui nipote, il principe Alberto, ha pure lui tentato la fortuna olimpica a bordo del bob ma con minor fortuna del nonno ai remi.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE