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Paolo Rossi

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A soli 64 anni è morto Paolo Rossi, per tutti era Pablito, l’eroe dei Mondiali del 1982, i mondiali della “pipa” di Enzo Bearzot in panchina e di Sandro Pertini in tribuna a Madrid al fianco di re Juan Carlos. I mondiali che hanno riscoperto una Italia vincente oltre i pronostici, i mondiali del riscatto, dell’urlo di Tardelli dello scopone in aereo tra il Presidente e i Nazionali. Il mondiale di Pablito.

Anche se quel nome, Pablito, era eredità del mondiale precedente, Argentina 78…

Paolo Rossi è venuto a mancare afflitto da un male incurabile. L’annuncio della sua scomparsa è stato dato dalla moglie, Federica Cappelletti, con un post pubblicato su Instagram e una foto che ritrae i due coniugi stretti e sorridenti ed è accompagnata dal commento “Per sempre”, seguito da un cuore.   

Paolo Rossi è diventato un simbolo per gli italiani dopo che 38 anni fa con i suoi gol trascinò gli Azzurri di Enzo Bearzot a vincere i campionati del Mondo in Spagna. Tre gol al Brasile, due alla Polonia, uno alla Germania in finale. Il trionfo, il titolo di capocannoniere, il pallone d’oro. E un posto indelebile nella storia sportiva del Paese che cancella quello che era avvenuto prima.   

A quei Mondiali, i primi della storia con 24 squadre, Rossi ci era arrivato dopo due anni di squalifica per il calcio scommesse e in lui in sostanza credeva solo Bearzot. Molte erano state le critiche di chi lo vedeva spento e ormai fuori dai giochi ma il ct Bearzot lo difese da tutto e tutti convinto che un campione resta un campione e ne fu ripagato da una prestazione scritta nella storia del calcio.

Da giocatore Rossi era un attaccante pure, un rapace dell’area di rigore, un centravanti piccolo di statura ma veloce e, soprattutto, furbo, capace di apparire dal nulla alle spalle del difensore e superarlo per trasformare un pallone spizzato e sporco in un gol.

La sua carriera era esplosa nel Vicenza poi, passando dal Perugia, era approdato alla Juventus. Tra le sue esperienze anche un periodo al Milan mentre a Verona arriva la chiusura della carriera.   

Con Vieri e Baggio poteva vantare il record azzurro di nove reti siglate ai Mondiali, mentre fu il primo nella storia del calcio, seguito poi da Ronaldo, a vincere nello stesso anno campionati del Mondo, titolo di capocannoniere della fase finale e pallone d’oro. Con la Juventus ha conquistato due scudetti, una coppa delle coppe, una Supercoppa e una Coppa dei Campioni. Fu anche capocannoniere della Serie B con il Vicenza.   

Chiusa la carriera di calciatore è stato a lungo opinionista in Tv, prima che la malattia lo allontanasse dagli schermi. Lascia la moglie Federica e tre figli: Sofia Elena, Maria Vittoria e Alessandro.

Nel 2004 era stato inserito nel Fifa 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelè’ e dalla Fifa in occasione del centenario della federazione.


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