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La gioia di Biniam Girmay sul traguardo

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ROMA – Il Giro d’Italia allarga i suoi confini e abbraccia un talento pronto a diventare protagonista di un ciclismo 3.0 che avanza e si rinnova. Dopo una serie di tentativi andati a vuoto, è arrivato il tanto atteso giorno di gloria per Biniam Girmay, velocista africano che sa mettere in riga anche i campioni più esperti e affermati.

Sul traguardo di Jesi, con un lunga e sfiancante volata, l’eritreo della Intermarché Wanty Gobert, ha risposto con autorità al rientro di Mathieu Van der Poel che puntava al secondo successo di tappa dopo quello all’esordio di Visegard, conquistando una vittoria che entra nella storia del Giro. Per la prima volta un corridore eritreo si aggiudica una tappa nella corsa rosa. E Girmay, trionfatore questa primavera della Gende Wevelgem, lo ha fatto al termine di una frazione non facile, segnata dal gran caldo e da una serie di saliscendi e strappi sui Muri che portano a Jesi. Girmay, insieme alla sua squadra, si è costruito una tappa perfetta da consegnare agli almanacchi con una perfetta strategia rimediando proprio nella fase decisiva ad un errore in discesa quando ha preso male una curva sbagliando strada. L’eritreo è stato però bravo e rapido a non perdere velocità, ha rimesso la sua bici sui binari giusti tenendo testa all’olandese che dopo il traguardo è stato il primo a congratularsi con Girmay. Terzo Vincenzo Albanese.

L’Eritrea diventa così il 36esimo Paese a vincere una tappa al Giro d’Italia. “E’ una giornata straordinaria, storica per tutti gli africani. L’errore in curva? Pensavo fosse un rettilineo, ma c’è stata una curva sinistra e quindi ho rallentato, ma poi è stato facile rientrare. La volata con Van der Poel è stata stupefacente, abbiamo fatto quasi 400 metri al termine di una giornata così. Tre giorni fa parlavamo di questa frazione, è stata complicata perché fin dall’inizio quelli dell’Alpecin tentavano di partire, ma la mia squadra è forte”, ha commentato l’eritreo che non riusciva a nascondere la sua felicità. Nel festeggiare sul podio il tappo dello spumante lo ha colpito nell’occhio costringendo l’atleta a sottoporsi ad accertamenti medici.

La tappa di Jesi, che si è riconciliata con il Giro dopo 37 anni, è stata un turbinio di emozioni. E’ passata sulle strade di Michele Scarponi, grande campione marchigiano, scomparso cinque anni a cui l’Astana nei pressi di Filottrano ha reso omaggio (anche un murales proprio sulla curva dell’incidente). Proprio da quei Muri la tappa ha preso corpo con la fuga a tre di Mattia Bais (Drone Hopper Androni), De Marchi (Israel Premier Tech) e Naese (Ag2r Citroen) durata fino a 32 chilometri dall’arrivo. Poi è iniziata uan serie di scatti per provare ad anticipare la volata ma non c’è stata alcuna rivoluzione fino all’ultimo chilometro. Girmay e Van der Poel si sono lanciati nel loro testa a testa, l’olandese ha provato a reggere per poi cedere al 22enne di Asmara.

In classifica non è cambiato nulla con Juan Pedro Lopez che resta in maglia rosa e si congratula con Girmay (“Lo conosco bene ed è fortissimo”). Domani undicesima frazione tutta piatta, una passeggiata in Emilia di 203 chilometri, adatta per gli sprinter, da Santarcangelo di Romagna-a Reggio Emilia. Altra chance per l’uomo che ha stregato questo Giro.


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