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NON NE posso più. Ogni giorno si discute del nulla. Ci occupiamo di cose su cui abbiamo influenza pari a zero e non facciamo nulla per fronteggiare il costo che quelle cose di cui parliamo a vuoto hanno sulla nostra economia e sulla nostra società.

Stati Uniti e Cina firmano l’accordo sui dazi, ma nessuno potrà fermare né la loro guerra per la leadership globale dell’alta tecnologia né il mutato atteggiamento di entrambi i contendenti, soprattutto di quello americano, nei confronti dell’Europa che ne risulta per questo indebolita e, quindi, ancora meno capace di darci una mano.

Sui fronti caldi africani e mediorientali, senza indulgere alla facile demagogia, è un dato di fatto che il modello neo ottomano e/o russo-asiatico non fa passi avanti in democrazia, ma guadagna posizioni di comando a discapito di Italia e Francia in territori economici e geopolitici per noi strategici. Nessuno si interroga sulla gravità politica di questa situazione, ma il risultato è che la Libia una volta area di influenza italiana oggi non lo è più e ciò non aiuta noi e, tanto meno, la stabilizzazione e la crescita del Mediterraneo.

Una cosa, a questo punto, è certa: fuori piove, a tratti grandina, e sotto ci sono i tetti italiani. Chi ha la responsabilità di questa casa ha il dovere di fare tutto quello che è in suo potere per rimettere in moto l’economia e, per farlo davvero, deve affrontare il suo problema sistemico che è la cancellazione miope del Mezzogiorno dalla spesa pubblica e la conseguente eliminazione del principale mercato di consumi per ciò che è sopravvissuto del nostro sistema produttivo.

Qui, nelle regioni meridionali, non altrove, deve aprire il massimo dei cantieri possibili. Bene: i dati del Cresme del 2019, confrontati con quelli del 2018, ci dicono che la leggina della Lega che favorisce i Comuni con avanzo primario e le persistenti, fraudolente scelte frutto della Spesa storica per cui il ricco deve essere sempre più ricco e il povero sempre più povero, producono una tendenza mai raggiunta prima. Gli appalti sopra i 5 milioni crescono rispettivamente del 106,2 e del 56,1% nel Nord Ovest e nel Nord Est, crollano del 19,9% nel Sud. La leggina della Lega regala boom stellari (oscillano dal 20 al 27%) nelle Regioni del Nord producendo nuovo debito che si tradurrà in maggiore spesa storica per lo stesso Nord e analoga minore spesa per il Sud.

Nel silenzio di tutti e con la complicità di un’informazione che nasconde perfino i dati si continua a investire al Nord con i soldi pubblici che toccano al Sud. Per fare precipitare l’Italia intera, tra un vertice internazionale e l’altro e le solite favolette su Irpef e dintorni, mi sembra perfetto. Se si vuole che l’Italia torni a contare nel Mediterraneo consigliamo qualche viaggio in meno e la nomina dei commissari straordinari per aprire a strettissimo giro i cantieri dell’alta velocità Napoli-Bari e Napoli-Reggio Calabria-Palermo.

Qualche clientela in meno al Nord e qualche grande opera al Sud salvano l’Italia, non il Mezzogiorno.


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