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Alessandro Saro Alfonso Pagano e Anna Cinzia Bonfrisco

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Approdato alla Lega nel 2016, eletto nel collegio Sicilia 1, Alessandro Saro Alfonso Pagano è un deputato di San Cataldo, un comune in provincia di Caltanissetta. Lo si potrebbe definire senza dubbio un parlamentare di lungo corso, che conosce bene gli scranni di Montecitorio che occupa già da 11 anni. Lui ne ha 60 e ha vissuto il lungo travaglio di altri esponenti cattolici come lui transitati dalla Dc 1994 a Forza Italia-Pdl  (fino al 2013), con una parentesi all’Ncd. 

Un rapporto con il territorio, dunque, molto consolidato.  Iniziato nel 1996 come deputato all’Assemblea siciliana, dove ricoprì la delicatissima carica di assessore alla Sanità nella giunta Provenzano. Da politico, esperto e navigato, fu assessore anche con la giunta del presidente “vasa vasa” Cuffaro. Era il 2001 e lui, commercialista, con una laurea in Economia, passò dalla Sanità al Bilancio e quindi ai Beni culturali.  Poliedrico, si direbbe, dunque. Tanto che nel 2006 gli fu affidato l’incarico di responsabili organizzativo di Forza Italia. E fu per gli azzurri un trionfo. Nel 2008 è già alla Camera. Bravo a fiutare la direzione del vento seguì il suo corregionale Angelino Alfano nel Nuovo centro destra offrendo una scialuppa di salvataggio al fragile scafo del centrosinistra che già era in preda ai marosi

DA ALFANO A SALVINI

Nel 2016 la svolta:  in dissenso sul ddl Unioni civili lasciò anche l’Ncd che nel frattempo era diventata Ap,  per correre incontro a Matteo Salvini, sbarcato in Sicilia. La foto accanto al capitano che divora arancine si aggiunge ad un album in cui già figurano i brindisi con altri pezzi da 90: Cuffaro, Berlusconi e Alfano,

Pochi come Pagano, vice-presidente del gruppo leghista alla Camera, vicino alle associazioni cattoliche, fiutano gli umori della Sicilia, isola a cui è legatissimo, come confermano i suoi amici e collaboratori. Organizza e coordina il movimento di Noi con Salvini riconvertendo il suo elettorato come si farebbe con un’azienda. Ormai lo seguono ovunque, si fidano di lui. 

La provincia di Caltanissetta gli garantisce un bacino di voti importante. Mare e campagna sono di una bellezza struggente. Quanto di più lontano ci sia però dalla neve. Rientra alla Camera con la nuova casacca ma ormai sono cambiati i suoi orizzonti.  Organizza convegni a favore dell’autonomia differenziata, (l’ultimo a Potenza il 28 giugno scorso) che poi vorrebbe dire perpetuare lo scippo al Sud e dare il via libera alla secessione di Veneto, Lombardia ed Emilia- Romagna.  Un assist al partito del Nord. E quando si tratta di firmare un disegno di legge il primo pensiero va alle piste da sci per rendere obbligatorio il casco. I siciliani non sanno che farsene ma educatamente ringraziano.

 La senatrice del Carroccio Anna Cinzia Bonfrisco, eletta nella circoscrizione elettorale Lazio 2 alle ultime Politiche, ha co-firmato 102 disegni di legge ma non si è segnalata finora per l’attaccamento al suo territorio. Che pure l’ha premiata ben due volte: nel maggio scorso è stata eletta infatti anche a Bruxelles nella circoscrizione centro raccogliendo 38.240 preferenze. Però nella sua attività parlamentare Roma e il Lazio hanno continuato ad avere un ruolo molto marginale. Al contrario si è battuta per l’istituzione di una Zes, uno zona economica speciale nelle aree territoriali della Lombardia e del Piemonte,  confinanti con la Svizzera.  E Roma? E il Lazio? Dove sono finiti?

La Bonfrisco, nata a Riva del Garda, si definisce una liberale ma è una fedelissima del Carroccio. Si è impegnata in prima fila nelle scuole primarie e secondaria per l’istituzione della giornata nazionale della festa dei popoli e per valorizzare le tipicità e le identità delle comunità locali.

CON IL CUORE IN VENETO

La senatrice si è segnalata in passato per qualche “piccolo”, diciamo, contrattempo. Fu accusata nel 2018 di aver cercato di favorire, presentando un emendamento ad hoc, Gaetano Zoccatelli, direttore del  Consorzio di energia veneta. Secondo la Procura di Verona la parlamentare leghista avrebbe usufruito di una serie di benefit, tra cui una vacanza in Costa Smeralda per lei e tre persone, più l’assunzione di una persona dietro sua richiesta presso la E-Global service, il cui legale rappresentante era appunto Zoccatelli. Lega e Forza Italia votarono contro l’autorizzazione a procedere salvandola dal processo.

I grillini, che all’epoca non erano ancora alleati di governo, votarono contro. Altri tempi. Forse oggi non lo farebbero.


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