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Guglielmo Epifani

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E’ morto a 71 anni , a quanto si apprende, l’ex leader della Cgil e ex segretario del Pd Guglielmo Epifani. Attualmente deputato di Leu, si è spento dopo una breve malattia.

Il profilo

Un filosofo dedicato al sindacato. Guglielmo Epifani, classe 1953, era entrato nella Cgil subito dopo la laurea, ottenuta all’Università La Sapienza di Roma con una tesi su Anna Kuliscioff.

Iscritto prima al Partito socialista italiano e, dopo la fine del Psi, al Pds, è stato eletto nel 2013 alla Camera dei Deputati come capolista della lista Pd, partito di cui è diventato segretario tra maggio e dicembre di quell’anno, in quella che lui stesso ha definito «una fase di transizione tra la segreteria di Bersani e quella di Renzi». E’ stato il primo socialista a guidare la Cgil dai tempi della sua ricostituzione nel 1944.

Alla Cgil è arrivato molto giovane: prima ha diretto la Casa editrice della Confederazione, l’Esi, poi è approdato all’Ufficio sindacale, dove ha coordinato le politiche contrattuali delle categorie, e quindi all’Ufficio Industria della Confederazione. Nel 1979 ha iniziato la carriera di dirigente sindacale con l’incarico di segretario generale aggiunto della categoria dei lavoratori poligrafici e cartai.

Nel 1990 è entrato nella segreteria confederale e nel 1993 è stato nominato segretario generale aggiunto da Bruno Trentin. Vice di Sergio Cofferati dal 1994 al 2002, è poi diventato Segretario generale, fino al 2010, quando è subentrata Susanna Camusso.

Da maggio 2013 ha ricoperto l’incarico di Presidenza della X Commissione permanete della Camera dei Deputati – “Attività produttive, commercio e turismo” . Nei mesi alla guida del Pd, ha scritto lui stesso sul sito internet, “abbiamo affrontato molte elezioni amministrative vincendole tutte, preparata l’adesione al Partito Socialista Europeo, riportato in alto i sondaggi e favorito un clima di rispetto reciproco dentro il partito.

Dopo l’involuzione del Partito Democratico con le sue politiche in tema di lavoro, scuola, riforma elettorale e Costituzionale, ho deciso con tanti altri di lasciare il Pd e di dare vita ad Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista e poi alla lista Liberi e Uguali con Pietro Grasso”.

La frase che campeggia sul suo sito è “Uno sguardo critico sul futuro”, a indicare proprio la sua capacità di riflessione che tutto il mondo politico gli ha riconosciuto.  

Tra i suoi ultimi impegni, quello sulla vertenza Whirlpool, che gli stava a cuore anche come ex sindacalista: «Il Governo si impegni – chiedeva – bisogna lavorarci, mettere cuore e risorse. Non possiamo correre il rischio che con lo sblocco ci siano licenziamenti. Qualcuno spieghi qual è la differenza tra il 1 luglio e il 1 ottobre, in questo tempo magari facciamo una riforma degli ammortizzatori sociali. Il Governo si è mosso ma questo non basta, serve di più».

Altri temi su cui si era battuto quest’anno, la legge sulla rappresentatività sindacale e la sicurezza sul lavoro. «A oggi – aveva sottolineato – l’Articolo 39 della Costituzione resta inattuato generando una difformità in tema di contrattazione. Dunque pensiamo sia opportuno un intervento legislativo per colmare questo vulnus che preveda l’efficacia erga omnes dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative». 

In tema di sicurezza, Epifani chiedeva che rimanesse centrale anche dopo l’emergenza Covid: ci sono «”tre ordini di problemi sostanzialmente non risolti o risolti male” su cui si deve intervenire per uscire dalla retorica delle parole e del cordoglio che sempre segue episodi drammatici come quelli avvenuti nelle ultime ore a Prato e a Busto Arsizio: prevenzione, formazione e cambiare il meccanismo bonus/malus».

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