X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

La svolta della prossima avventura azzurra potrebbe essere arrivata al 31’ del primo tempo di Italia-Repubblica Ceca. Jorginho alto in pressing su Celustka lo costringe al rinvio, ma il piede non educatissimo del difensore spedisce la sfera addosso a Jan Boril, suo compagno di squadra e di reparto.

Ecco, in quel momento si è avuta la percezione di una squadra in fiducia: non è per la comicità della scena (come insegnano i Simpson, un uomo colpito da un pallone farà sempre ridere), ma perché soltanto una squadra in fiducia può attaccare con questa frequenza.

L’ultimo incontro della Nazionale prima di Euro 2020 non ha dato spunti, ma dettagli. Ed è la cosa alla quale bisogna stare più attenti per capire dove una squadra possa arrivare, senza però sbilanciarsi troppo ché su internet è un attimo a ritrovare dichiarazioni fallaci. E quindi, andiamo a vedere queste piccolezze.

La prima cosa, partendo dal basso, è che Donnarumma sa uscire. Sì, è un portiere e sì, è forte. Ma anche Buffon è un portiere ed è forte, il più forte di tutti i tempi forse, eppure non è mai stato molto affidabile sui traversoni e sui cross, chiedere a tifosi juventini per ulteriori info.

A memoria, l’ultimo protettore dei pali tricolore capace di abbrancare il pallone in presa alta fu Angelo Peruzzi, che precedette il dualismo Buffon/Toldo e il dominio del bianconero.

Nota di merito per Krmenick, centravanti avversario: l’ostinazione dei cechi di trovare sempre una prima punta di altezza compresa fra i 190 e i 201 cm, possibilmente calva, è commovente. Bentornato, Jan Koller.

Passando al reparto che ha suscitato maggiori polemiche, ovverosia il centrocampo, tolto Sensi tolto il dolore. Benvenuto Pessina, che sarà l’uomo in più a gara in corso. Jorginho, semmai ce ne fosse bisogno, ha dato l’ennesima lezione di calcio a chiunque si ostini a definirlo “normale”.

Jorginho è tutto meno che normale: sa sempre dove trovarsi, cosa fare e quale zona del campo occupare. L’intelligenza è merce rara, meno lo è il dinamismo. Quando le due cose si accoppiano, ecco che invece viene fuori Nicolò Barella.

Ogni parola su di lui sarebbe superflua. Davanti a tutti, la coppia Immobile-Insigne ha fatto vedere cose egregie. Semmai l’Italia dovesse fare bene in questo Europeo, per favore qualcuno chiami Zdenek Zeman e gli dia parte del premio.

Il contatore di tiraggiri ™ è esploso a a fine primo tempo. L’impressione è che il numero 10, benché non sia il classico 10, sia comunque il miglior uomo di fantasia che abbiamo. Ventura, se ci sei batti un colpo e fai entrare Cristante. O magari fai cambiare Danielino in panchina. Occhio a Mimmo Berardi, orgoglio calabrese: in un’azione si è trovato sul primo palo, lui che in teoria era dall’altra parte.

Ah, piccola parentesi: Leonardo Spinazzola da Foligno ed Emerson Palmieri da Santos sono i migliori esterni della Nazionale da non so quanto tempo. Così come Florenzi, quando non dimentica il pallone.

Insomma, a fare la differenza saranno questi dettagli: un portiere capace di uscire, un centrocampo intelligente e muscolare, una catena mancina spaziale, un attacco che affina l’intesa già trovata in Abruzzo dieci anni fa e una riserva come Jack Raspadori. Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò: sì! 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE