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Ermal Meta e Fabrizio Moro sul palco di Sanremo 2018

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Moro, il cui cognome vero è Mobrici, ha Dna calabrese: i genitori sono originari della provincia di Vibo Valentia

SOTTO i riflettori del Festival fin dall’inizio: debutto, querelle e sospensione in attesa di giudizio. Poi riammissione in gara con l’eco dell’ hashtag #ioStoConMetaMoro. Fabrizio Moro all’Ariston è arrivato in compagnia di Ermal Metal con il brano “Non mi avete fatto niente”. Testo di contemporanea, dirompente drammaticità a puntellare la geografia del terrore (riferimenti agli attentati a Il Cairo, alla Rambla a Barcellona, alla Francia con Bataclan e Nizza, a Londra ma anche alle Torri Gemelle e non solo).

Cristicchi che li accompagna nella serata dei duetti legge sul palco dell’Ariston la lettera che Antoine Leiris, parigino, postò su facebook dopo la strage del Bataclan in cui rimase uccisa sua moglie, la madre del suo bambino che aveva allora 17 mesi. Una storia che ha ispirato il testo. La giuria degli esperti è conquistata. Michele Placido, invece, autore dei videoclip che accompagnano il brano (fotografia di Arnaldo Catinari) vince un premio speciale ai “Soundies Awards”. L’onda dei social e gli scommettitori indicano Meta e Moro sul podio sanremese fin dalla prima ora. Avevano ragione. I due si sono conosciuti l’anno scorso in Riviera. La loro amicizia si è rafforzata durante l’estate, Tra un concerto e l’altro.

LE ORIGINI CALABRESI DI MORO Con Moro all’Ariston c’è anche la Calabria. Fabrizio, il cui cognome è Mobrici, ha Dna calabrese: i genitori sono originari della provincia di Vibo Valentia (famiglia originaria di Briatico e Cessaniti). Del resto, nel tempo e da più parti non sono mancate le occasioni per ricordare le origini calabresi di Fabrizio. Lui nato a Roma nel quartiere periferico di San Basilio ha studiato all’Istituto per la cinematografia e la televisione ”Roberto Rossellini…”.

Il resto è una storia di musica, palchi, piazze e studio di registrazioni. Note e parole.

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