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La Guardia di Finanza di Bari ha sequestrato beni per oltre 2 milioni di euro a un’associazione dedita al traffico internazionale di droga, riciclaggio e armi. Quattro condanne fino a 20 anni e confisca per sproporzione patrimoniale.


BARI – Un duro colpo al traffico di stupefacenti è stato inferto dalla Guardia di Finanza di Bari. I finanzieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre due milioni di euro. Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale del capoluogo pugliese su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, è il risultato di un’indagine su un’associazione a delinquere dedita al traffico illecito di sostanze stupefacenti, alla produzione, traffico e detenzione di droga, al riciclaggio e alla detenzione illegale di armi.

QUATTRO CONDANNE E CONFISCA PER SPROPORSIONE

L’operazione giunge dopo le condanne a quattro persone con pene fino a 20 anni di reclusione, al termine di un giudizio immediato per i reati contestati. Parallelamente, è stato adottato un provvedimento di confisca per sproporzione di beni nei confronti dei presunti vertici dell’organizzazione criminale. Gli inquirenti hanno ritenuto sussistente il pericolo di dispersione e sottrazione del patrimonio illecitamente accumulato in attesa della sentenza definitiva.

TRAFFICO DI DROGA: GLI ACCERTAMENTI PATRIMONIALI DEI FINANZIERI DI BARI E CONFISCA ALLARGATA

Le indagini patrimoniali e reddituali condotte dalle Fiamme Gialle hanno fatto emergere una significativa sproporzione tra i beni posseduti da alcuni degli indagati. E dai rispettivi nuclei familiari e le loro entrate lecite. Nel mirino degli investigatori sono finiti immobili, terreni e diverse attività imprenditoriali. Tra queste anche aziende operanti nel settore della frutta e di altri alimenti all’ingrosso situate ad Andria e Fasano. Proprio questa evidente discrepanza tra il tenore di vita e le fonti di reddito dichiarate ha portato all’applicazione della cosiddetta “confisca allargata”. Questo strumento giuridico consente di sequestrare beni di cui il soggetto condannato non riesce a dimostrare la legittima provenienza, anche se formalmente intestati a terzi.

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