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BITONTO-MOLFETTA – Mattinata infernale sull’autostrada A14, quelli di ieri, nel tratto tra Molfetta e Bitonto, per l’assalto a un portavalori, poi fallito. A scatenarla un commando composto da almeno cinque persone (ma c’è chi parla di una ventina di persone coinvolte in totale), poco prima delle 7.30, ha tentato una rapina a un portavalori e per coprirsi la fuga ha dato alle fiamme diversi veicoli sulle carreggiate nord e sud. Tre guardie giurate sono state aggredite e ferite, fortunatamente in maniera non grave, ma sono state loro a mandare il fumo il colpo, azionando l’allarme.

Per loro, si è reso necessario il trasporto in ospedale: due sono state trasportate al Policlinico di Bari, mentre la terza al pronto soccorso di Molfetta. Tutte avrebbero anche subito l’intossicazione dai fumi della fiamma ossidrica. I cinque rapinatori, che sono poi fuggiti, hanno bloccato il traffico dando alle fiamme tre auto e due autoarticolati.

Panico, terrore e lunghe code e attese in autostrada per i tanti automobilisti, tra cui molti pendolari, rimasti intrappolati nell’inferno che si è scatenatosi registrano attualmente su quel tratto autostradale in entrambe le direzioni. Sulla dinamica, non ancora del tutto ricostruita, sono al lavoro gli agenti della polizia stradale e della Squadra mobile di Bari, intervenuti per eseguire i rilievi e anche per dare conforto agli automobilisti.

Il tratto autostradale, chiuso è stato riaperto solo poco prima delle 13, in entrambe le direzioni, anche se inizialmente il traffico è transitato su una corsia e c’è voluto non poco per smaltire i chilometri di coda. Costretti a intervenire, naturalmente, anche gli operatori del soccorso e i vigili del fuoco per spegnere le fiamme appiccate dai malviventi in fuga.

«Sono stati esplosi numerosi colpi d’arma da fuoco» ha detto Miriam Ruta, segretaria generale della Fisascat Cisl Bari, denunciando che «rischiano la vita ogni giorno e ogni istante gli addetti alla vigilanza privata». «Assalto sventato – ha aggiunto la sindacalista – grazie alla professionalità dell’equipaggio. Ci teniamo a esprimere vicinanza e solidarietà ai lavoratori coinvolti nell’ennesimo assalto criminale e alle loro famiglie.

Questi eventi fanno emergere ancora una volta l’immobilismo delle istituzioni, ciò che come Fisascat denunciamo da tempo: i dipendenti dei servizi di sicurezza e della vigilanza privata lavorano in condizioni ormai inaccettabili, con turni ai limiti della legalità e in costante violazione delle norme di legge in materia di sicurezza. Lunedì – ha concluso Ruta – scenderemo in piazza a Roma con una manifestazione nazionale. Più volte al ministro del Lavoro Orlando abbiamo rappresentato la condizione di difficoltà delle lavoratrici e dei lavoratori del settore della Vigilanza privata e dei Servizi fiduciari senza rinnovo del contratto nazionale da più di 6 anni».

«Quanti altri lavoratori e lavoratrici dovranno rischiare la vita in queste condizioni, senza veder riconosciuti i propri diritti? E’ vergognoso, in un Paese che si definisce civile, che mentre migliaia di uomini e di donne mettono quotidianamente a repentaglio la propria esistenza per la tutela della nostra sicurezza e dei nostri beni, il loro contratto nazionale sia fermo da sei anni e mezzo. E’ vergognoso e inconcepibile, una beffa tremenda a poche ore dallo sciopero del settore» hanno dichiarato il segretario generale della Uiltucs Puglia, Giuseppe Zimmari, e il segretario generale della Uil di Puglia, Franco Busto.

«Ai tre lavoratori feriti vanno il nostro abbraccio – continuano i due segretari – e una promessa: saremo al loro fianco il prossimo 2 maggio, e invitiamo tutti i lavoratori alla mobilitazione di massa per lo sciopero e la manifestazione del comparto vigilanza e sicurezza per chiedere un percorso concreto verso un nuovo contratto migliorato nei suoi principali istituti. Già nelle prossime ore scriveremo al prefetto per evidenziare, ancora, la gravità della situazione, e la necessità di mettere in campo misure forti per prevenire questo terribile e sanguinoso tiro al bersaglio orchestrato dalle organizzazioni criminali».

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