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Prima picchiato e poi immobilizzato prono per terra con tutto il peso del suo aggressore che in ginocchio gli comprimeva la gabbia toracica per 16 lunghi minuti. Sarebbe morto così Giovanni Palazzotto il 27enne all’alba di domenica scorsa dopo uno scontro fisico con 31enne Francesco Assunto, titolare di un bar di Bitritto, in provincia di Bari.

In carcere con l’accusa di omicidio volontario, Assunto sarà scarcerato oggi. Secondo la gip del Tribunale di Bari Antonella Cafagna il decesso del 27enne «non sarebbe imputabile a un atto volontario dell’indagato», ma il fatto di aver bloccato Palazzotto per 16 minuti in posizione prona è dipeso dalla convinzione, da parte dell’indagato, «di trovarsi in presenza di un pericolo imminente e incombente di un’offesa ingiusta».

La gip non ha quindi convalidato l’arresto in flagranza, rigettando la richiesta di applicazione della misura cautelare in carcere del 31enne difeso dagli avvocati Giuseppe Giulitto e Raffaele Quarta.

Nella sua ordinanza la gip descrive un comportamento di “assoluta eccezionalità», che potrebbe figurare una legittima difesa o al massimo un «comportamento travalicante i confini della legittima reazione difensiva». Viene così escluso il dolo contestato dalla pm Chiara Giordano. «L’indagato – prosegue la gip – aveva certamente davanti al sé la possibilità di
prefigurare un’azione lesiva del suo patrimonio ovvero aggressiva dell’incolumità delle persone». Per questo sarebbe stato indotto a bloccare Palazzotto a terra, tenendolo fermo con le ginocchia sul torace per renderlo inoffensivo.

«Le risultanze probatorie – prosegue il provvedimento – denotano la completa assenza di indici sintomatici della volontà dell’indagato di cagionare la morte della persona». Sarà l’autopsia, che sarà depositata entro 60 giorni, a chiarire le cause del decesso. Secondo la gip, «il ragionamento logico deduttivo secondo cui a causare il decesso della vittima sarebbe stata la manovra costrittiva praticatale sul torace dal soggetto agente non riceve allo stato adeguata copertura scientifica e sconfina nel campo delle mere ipotesi o congetture, inattendibili perché fondate su dati incompleti».

L’avvocato: “Non aveva intenzione di uccidere”

“Non aveva intenzione di uccidere”, ha detto il suo avvocato, Giuseppe Giulitto. Ieri Assunto è stato ascoltato in carcere dal gip del Tribunale di Bari Antonella Cafagna per l’interrogatorio di garanzia e ha raccontato la sua versione dei fatti, rispondendo a tutte le domande, secondo quanto ha riferito il suo avvocato.

«Il mio assistito ha detto di aver bloccato Palazzotto per impedirgli di entrare nel suo bar, visto il suo stato psicofisico alterato – prosegue il legale -. Mentre lo teneva per terra ha più volte chiesto di chiamare carabinieri e 118, come emerge dagli audio delle telecamere. E ha più volte buttato acqua in faccia a Palazzotto per farlo riprendere. Questo vuol dire che in lui non c’era intenzione di uccidere».

Secondo la ricostruzione della pm Chiara Giordano, Assunto avrebbe sferrato sei pugni al 27enne e lo avrebbe bloccato a terra il giovane, mettendosi in ginocchio sulla sua schiena, malgrado quest’ultimo chiedesse aiuto e respirasse a fatica, incitando anche altre persone presenti ad aiutarlo. Lo avrebbe tenuto in quella posizione per 16 minuti, aiutato almeno inizialmente da altre due persone, Claudio Lubisco e Raffaele Trentadue, anche loro indagate.

I pugni e i 16 minuti a terra

Il tutto sarebbe accaduto perché Palazzotto, dopo avere danneggiato un bar vicino, sarebbe arrivato correndo al bar di Assunto tentando di entrare con la forza. A quel punto Assunto lo avrebbe spinto per terra e tenendolo in posizione prona lo avrebbe colpito con sei violenti pugni bloccandolo poi a lungo con le ginocchia sulla schiena mentre Lubisco e Trentadue lo aiutavano tenendogli ferme le gambe. La cosa si sarebbe prolungata nonostante «Palazzotto fosse in una condizione di sofferenza psicofisica, evidenziata dalle continue richieste di aiuto e dal respiro affannoso”

Sui tempi in cui Palazzo sarebbe rimasto bloccato a terra, l’avvocato Giulitto precisa che «un passaggio delle carte parla di 16 minuti, un altro di sette. Il mio assistito ha continuato a tenere fermo Palazzotto perché si dimenava con forza». Quanto alle cause della morte di Palazzotto, «l’unico certificato medico redatto dai sanitari del 118 alle 6.20 parla di arresto cardiocircolatorio. L’asfissia al momento è solo un’ipotesi degli inquirenti».

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