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Il ballerino 19enne, Giordano Signorile

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«Siamo di nuovo nel garage per ripararci, i bombardamenti sono ricominciati e in maniera più intensa». Per quasi tutta la giornata di ieri raggiungere Giordano Signorile è stato complicato: il 19enne ballerino di Capurso si è dovuto trincerare con i due suoi amici cinesi negli interrati del dormitorio dell’Accademia di danza di Kiev per trovare rifugio dalle bombe.

Riusciamo a scambiare qualche messaggio attraverso Messenger e ci conferma che Kiev è nuovamente sotto l’offensiva russa: grappoli di ordigni che piovono dal cielo e colpiscono ovunque la città ucraina. «Sono riuscito a mettermi in contatto con l’ambasciata ma per ora poche novità rispetto a quello che già sapevamo», ci racconta.

Giordano ha appena 19 anni, è partito da Capurso, paese alle porte di Bari, e si è trasferito nella lontana Kiev per affinare la sua tecnica nella danza, confrontarsi con i migliori, crescere professionalmente e come persona. Mai, però, avrebbe pensato di ritrovarsi all’improvviso catapultato in una guerra.

Il 19enne barese, giovane prodigio della danza, è bloccato nel dormitorio dell’Accademia in cui studia, con lui ci sono solamente un ragazzo e una ragazza cinesi. Sono isolati nel quartiere Voskresenka, nelle vicinanze ci sono due importanti ospedali. Nel silenzio assordante del coprifuoco, anche il cigolio dei carrarmati è amplificato.

La situazione di Giordano, come quella degli altri pugliesi in Ucraina, viene monitorata anche dalla Regione Puglia, che però poco può in questa situazione. «Domenica sera – svela il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – ho parlato con il papà del giovane ballerino di Capurso e gli ho spiegato che in questo momento non arriva e non parte nulla da Kiev. Stiamo seguendo tutti i pugliesi che sono in Ucraina».

La Regione è in contatto con la Farnesina e l’ambasciata italiana, sono giorni di apprensione e ansia per tutti. «La guerra – aggiunge Emiliano – è una cosa terribile, dove tutto è stravolto e non c’è più la possibilità di vivere. Molto peggio del lockdown, infinitamente più drammatica e difficile del lockdown. La guerra è vera, le bombe uccidono, questo purtroppo non è un film».

Giordano vive in Ucraina da cinque anni, tanto che non nasconde che Kiev è per lui «una seconda casa». «E’ un dolore enorme vedere tutto questo – aggiunge – da una parte non vorrei lasciare l’Ucraina ma in questo momento è necessario».

Il 19enne è consapevole, però, che la situazione è «difficilissima» però «in qualche modo devono farci evacuare». I tre ragazzi si trovano in periferia, a circa 40 chilometri dal centro e dall’ambasciata, distanza che rende ancora più complicato il suo recupero.

Ieri, la madre del giovane, Fausta Policarpo, ha lanciato un appello attraverso un messaggio trasmesso da TeleBari: «Tirate fuori mio figlio da quell’inferno».

«Giordano – ha spiegato – non ha nessun mezzo a disposizione e non può raggiungere Kiev a piedi. Ho saputo che gran parte degli italiani con l’aiuto dell’ambasciata stanno lasciando l’Ucraina, ma l’ambasciata non li va a prendere sotto casa: io ho bisogno di qualcuno che prenda mio figlio con un mezzo e lo porti al punto di ritrovo, lì dove ci sono altri italiani. Avete dimenticato che c’è questo ragazzo, che è solo: ve lo chiedo per favore, non so più cosa fare per smuovere le acque».

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