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Il chiosco-edicola di via De Giosa e agenti della polizia locale

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Ieri non ha alzato le serrande né esposto alcun quotidiano. Tra l’incredulità dei suoi più affezionati clienti. «Chiusa perché abusiva, su quel marciapiede non può più stare» dicono dalla polizia locale. Quello stesso marciapiede che l’ha ospitata per circa 50 anni. È una corsa contro il tempo per salvare in città una delle ultime edicole su strada del quartiere Murattiano, a due passi dalle eleganti vie dello shopping. Il chioschetto, collocato tra via De Giosa e via Imbriani, che sabato scorso è finito nella rete dei controlli degli agenti della polizia locale. Concessione revocata e struttura da rimuovere. Due ordini che hanno fatto insorgere il Sinagi, il sindacato dei giornalai della provincia di Bari.

«Un provvedimento di rimozione irrazionale ed incomprensibile – denuncia il segretario generale Vito Michea – in quanto assunto nel pieno di uno stato di emergenza nazionale e peraltro nei confronti di una edicola che è collocata nella medesima posizione da più di un cinquantennio. Si chiede pertanto al sindaco di Bari un immediato intervento al fine di sospendere il provvedimento di rimozione e di annullare eventuali sanzioni amministrative».

Anche perché il giornalaio, oltre a rimuovere a sue spese il chiosco, dovrà anche pagare una multa che oscilla tra i 173 e i 694 euro. Insomma, un altro simbolo dell’informazione rischia di scomparire nel cuore della città. In un quadro generale, già desolante, che vede sempre più edicole chiudere bottega. A Bari negli ultimi anni hanno abbassato le serrande storici chioschetti di quotidiani e riviste, come quelli situati (e poi smantellati) davanti al teatro Margherita e davanti alla chiesa del Redentore. Ancora presenti ma chiuse l’edicola di via De Rossi all’incrocio con corso Vittorio Emanuele e quella storica davanti al Tribunale, tra via Francesco Crispi e via De Cristoforis, al quartiere Libertà. Da qui l’appello del Sinagi, rivolto anche ai consiglieri comunali, a salvare l’edicola di via De Giosa.

Ma la vicenda potrebbe scaturire dalla decisione del Comune, a maggio scorso, di dare la proroga automatica delle concessioni di occupazione di suolo pubblico per i concessionari di chioschi ed edicole fino al 31 luglio 2021, a causa dell’emergenza Covid. Con lo stesso provvedimento veniva avviato il procedimento di rinnovo delle stesse autorizzazioni fino al 31 dicembre 2033, esclusivamente su istanza di parte. E da presentare entro il 31 luglio. In ogni caso questa vicenda farà nuovamente discutere a Palazzo di città sul tema, mai accantonato, delle occupazioni di suolo pubblico.

Già dieci anni fa il caso delle edicole piombò nel bel mezzo della riforma del regolamento comunale su tavolini, gazebo, chioschi ed edicole. Il testo iniziale, votato dal Consiglio a luglio 2011, prevedeva che ogni edicola non solo non dovesse essere più grande di 15 metri quadrati, ma doveva necessariamente essere collocata all’interno di giardini o aree parcheggio. Insomma, si prevedeva la cancellazione di tutti i chioschetti sui marciapiedi e in spazi non recintati.

Ammazzando di fatto un intero settore. Il testo scatenò l’inevitabile protesta dei giornali e alla fine, solo due anni dopo e una lunga discussione nelle commissioni consiliari competenti, il consiglio comunale rimediò all’errore lasciando inalterato lo spazio e la collocazione. «Ora ci rivolgiamo al sindaco e a tutti i consiglieri comunali» dice Michea dal Sinagi. Per salvare l’ultima edicola di via De Giosa.

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