X
<
>

Una protesta dei dipendenti comunali per la vertenza della Cassa Prestanza

Condividi:
2 minuti per la lettura

Lo stato di agitazione continua. Ma entro dieci giorni al tavolo della Prefettura si siederanno anche i parlamentari. Vertice ieri tra sindacati, il prefetto Antonia Bellomo e il funzionario della ripartizione Personale del Comune di Bari, Giancarlo Partipilo, per frenare le mobilitazioni in atto dei dipendenti comunali in merito ai soldi della Cassa Prestanza, versati e mai più restituiti. Coinvolti 1440 persone che, per decenni, hanno versato ogni mese parte dei loro stipendi, con l’intento di recuperarli una volta andati in pensione. Ma di quei 15 milioni di euro ne sono rimasti poco più di 3 ed è stata anche avviata la procedura di liquidazione della Cassa: i dipendenti potrebbero riavere al massimo il 15 per cento del versato. Una condizione che ha fatto infuriare Cgil, Cisl, Uil, Csa, Sulpl e Sgb, che hanno indetto lo stato di agitazione e, dalla prossima settimana, le assemblee in vista della manifestazione di metà novembre.

«Ci aspettavamo di incontrare il sindaco – spiega Luigi Lonigro, segretario Fp Cgil Bari – invece c’era il dirigente della ripartizione Personale. Questa è la dimostrazione che dall’amministrazione non viene data la giusta importanza alla faccenda. Siamo invece rimasti soddisfatti dall’intervento del prefetto che si è detta disponibile ad aprire un tavolo sulla vertenza». Entro una decina di giorni sarà convocata una nuova riunione con i parlamentari. «La questione va risolta a livello parlamentare – continua Lonigro – perché se le cose rimarranno così, qui si rischia il blocco degli uffici».

L’unica soluzione alla vertenza sarebbe la trasformazione della natura della Cassa in ente assistenziale e mutualistico, in modo da permettere al Comune di poter intervenire anche con fondi propri. In realtà, nel gennaio scorso, fu presentato da più forze politiche un emendamento alla legge di bilancio con il quale appunto si riconosceva questo passaggio, valevole non solo per il caso di Bari, ma per tutte le casse italiane. Ma quell’emendamento non è mai passato. «Ora bisogna ricominciare a percorrere quella strada – prosegue Lonigro – per poter fare recuperare le somme versate ai dipendenti». Per ora quindi lo stato di agitazione resta.

«Noi come sindacati siamo disposti ad arrivare fino a Roma per cercare una soluzione», aggiunge Lonigro. Al prefetto è stato consegnato anche il testo dell’emendamento che non passò poi con la precedente legge di bilancio: “Fermo il rispetto degli equilibri di bilancio – si legge nel documento – gli enti locali possono finanziare, per finalità assistenziali a carattere mutualistico, le iniziative di welfare aziendale.

Inoltre, possono concedere ai propri dipendenti, iscritti a Casse di previdenza istituite nell’ambito delle rispettive strutture organizzative, già destinatarie di contribuzione pubblica e assoggettate a procedure di liquidazione a causa di squilibrio finanziario, un contributo di solidarietà finalizzato esclusivamente al recupero del capitale corrispondente ai contributi obbligatori effettivamente versati dai predetti dipendenti. Il contributo di solidarietà è integralmente recuperato, assicurando il graduale riassorbimento con quote annuali e per un massimo di 20 annualità”. «Sembra questa – conclude Lonigro – l’unica strada da percorrere per fare riavere ai dipendenti del Comune di Bari i loro risparmi».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE