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l’ingresso nell’area da via Alberotanza

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Un intervento ad ampio raggio nel quale dovranno coesistere qualità e tutela del paesaggio, sostenibilità ambientale e soprattutto altissimi standard qualitativi delle strutture. A Bari arriva il primo decisivo passo verso il Parco della giustizia, la sede unica per gli uffici giudiziari.
Da ieri sul sito dell’Agenzia del Demanio è stato pubblicato il concorso di progettazione con cui individuare il soggetto a cui affidare la progettazione del primo lotto, ed eventualmente anche di quelli successivi, dei lavori che insisteranno all’interno delle ex caserme Capozzi e Milano in via Alberotanza, tra i quartieri Carrassi e Poggiofranco.

Le offerte – per l’aggiudicazione si valuterà quella economicamente più vantaggiosa – potranno essere presentate entro le ore 12 del prossimo 9 maggio. Al vincitore andrà un premio da 150mila euro.
Sei le aree funzionali individuate: Tribunale penale e Procura della Repubblica, Tribunale civile, Corte d’Appello e Procura generale della Repubblica, Tribunale di sorveglianza, Tribunale dei minorenni e Procura della Repubblica presso il Tribunale e Giudice di pace. In sostanza tutti gli uffici, oggi sparpagliati in città in formato spezzatino e in soluzioni inidonee (la Corte di Appello e il Tribunale per i minorenni al Libertà, il Giudice di pace al San Paolo, la Procura a Poggiofranco nelle ex palazzine Telecom) troveranno casa in un’unica sede. La cui realizzazione avverrà entro due fasi.

Si parte dal primo lotto i cui lavori dovrebbero terminare per metà del 2025 e comprende la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria, dell’intero parco a verde con le relative attrezzature, parcheggi (anche interrati) e servizi vari e della prima area funzionale Tribunale penale e Procura. Il costo complessivo dell’opera è stimato in 256 milioni di euro, di cui ben 5,3 saranno destinati al parco attrezzato. Quindi alla conservazione e implementazione del verde.

Le caserme Milano e Capozzi, non considerate più utili dal Ministero della Difesa nel 2014, si sviluppano lungo Via Alberotanza, nell’area meridionale di Bari tra il centro e la tangenziale. L’impianto militare fu costruito negli anni che precedettero la seconda guerra mondiale e funzione svolta dalle due caserme era quella di accogliere ed addestrare il personale militare per le campagne di Russia e del Nord Africa.

I due compendi, collegati tra loro da un ponte pedonale, presentano ciascuno un’area di sedime pari a 69mila metri quadri e sono costituiti da 13 fabbricati ad un unico piano con ingressi indipendenti e viabilità interna dedicata. Un’opera che, come previsto dal Governo nel Decreto Infrastrutture, è stata giudicata «strategica» e quindi potrà avvalersi di procedure più snelle ma soprattutto di un commissario ad acta. Restano ovviamente i temi urbanistici: su quei suoli occorreranno delle varianti per il passaggio da «aree per le sedi e attrezzature militari» ad «aree ad uso delle attrezzature di servizio pubblico a carattere regionale o urbano». Appunto un Tribunale.

Sul sito sono state effettuate tutte le analisi preliminari, di carattere archeologico, idrogeologico e di eventuali rischi bellici e una approfondita analisi vegetazionale. Da quest’ultima sono stati censiti 387 alberi, dei quali 177 da abbattere perché ormai compromessi. A questi se ne aggiungono altri 32 giudicati a rischio elevato di cedimento, mentre solo 147 alberi sono stati ritenuti a bassa o trascurabile propensione al cedimento. In ogni caso il verde sarà un tratto distintivo con percorsi dedicati che collegheranno i due lotti, piazze ribattezzate “verdi” per l’incontro e la sosta e possibili aree attrezzate per il gioco e lo sport.

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