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Giuseppe De Tomaso

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TURI (BARI) – Ha avuto un effetto dirompente sull’opinione pubblica che, nel ventaglio dei candidati in lizza per la carica di sindaco di Turi, è giunta l’imprevista decisione del giornalista Giuseppe De Tomaso di accettare l’invito della società civile locale a correre per la carica. De Tomaso, dal 2008 al 2021 direttore della Gazzetta del Mezzogiorno – e per il decennio precedente vicedirettore – oggi è editorialista di “La Repubblica”, edizione di Bari. Si tratta di un turese da generazioni e mai ha voluto trasferirsi, prendendo casa a Bari, anche allorché i 23 anni complessivi ai vertici dell’allora principale quotidiano di Puglia avrebbe reso agevole questa decisione.

Turi, in provincia di Bari, 13.072 residenti a fine 2022, avrebbe tutte le carte in regola per essere definita una cittadina culla della produzione agricola d’eccellenza. Qui, infatti, da poco meno di cent’anni, si è diffusa la coltivazione delle cosiddette “Ciliegie Ferrovia”, vere leccornie, saporite, sugose, a forma di cuore, la cui fama si è diffusa nel mondo. In teoria, un buon trampolino di lancio per un condiviso benessere. Così non è. Anzi, l’aumento progressivo, dal post Covid in poi, delle chiusure degli esercizi commerciali e delle imprese rappresenta un inquietante campanello d’allarme. Sono sempre di più le famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese.

Malgrado il DUP (Documento Unico di Programmazione) dia un’immagine di Turi come di una città fiorente, le acrobazie descrittive utilizzate sembrano coprire una situazione sottotraccia di sfilacciamento sociale che richiederebbe una profonda riflessione sui provvedimenti necessari a progettare un autentico rilancio economico e culturale. Eppure, la città, nel ‘600, fu la più alfabetizzata del Mezzogiorno (e forse d’Italia), grazie al benefattore notaio Santo Cavallo, che destinò in eredità il proprio patrimonio ai Padri Scolopi, affinché tutti i giovani imparassero a leggere e scrivere, emancipandosi da una vita di servaggio della gleba.

De Tomaso giornalista candidato a sindaco: ma vi hanno visti arrivare?

Questa mia decisione arriva dopo che, per tutta la mia vita, non avevo mai pensato di dedicarmi ad altro che al giornalismo. Quando sono andato in pensione, ho avuto l’opportunità di avere altre collaborazioni, ma anche queste attenevano alla mia attività professionale pregressa. Inaspettatamente, da vasti settori della società turese mi è giunta con grande insistenza la richiesta di impegnarmi in prima persona nell’agone elettorale. Ci siamo incontrati con un folto gruppo di persone e abbiamo riflettuto sui problemi più importanti della comunità turese, concordando le linee programmatiche che dovrebbero consentire, se attuate, di rilanciare l’economia cittadina e di rendere più dinamica la società produttiva turese. Turi, infatti, rispetto ad altri Comuni limitrofi, appare in maggiore sofferenza sul piano del benessere di chi vi abita e lo dimostra un indicatore infallibile su tutti: il deprezzamento del valore degli immobili. Quando una casa o un terreno perdono valore perché il loro prezzo sensibilmente scende, vuol dire che nella realtà in cui esso sorge esiste una forte criticità. Evidentemente, chi ci vive non trova attraente la permanenza nel paese e chi vi si potrebbe stabilire non è sedotto dalla prospettiva di risiedervi. Bisogna operare per invertire il fenomeno, che è preoccupante perché denuncia il declino complessivo di una comunità.

Perché ciò avviene?

Non sono state realizzate le infrastrutture che avrebbero potuto dotare il territorio di un’attrattività diffusa e di convenienza ad ampliare il tessuto produttivo. Mi riferisco, innanzitutto, alla mancanza di una zona d’insediamenti produttivi, o area industriale che dir si voglia, il che ha frustrato qualunque tentativo di dare una spunta propulsiva sia all’artigianato e alla piccola impresa cittadina, sia ai progetti d’investimento da parte di industrie forestiere sul territorio turese. Tutto ciò ha comportato una contrazione dello sviluppo, la cui conferma è data proprio dall’abbassamento del prezzo delle abitazioni. Viceversa, nel circondario, non solo il prezzo delle abitazioni si è mantenuto costante, ma, in alcuni casi, è addirittura cresciuto, a volte di parecchio.

Oltre a questo, quali sono le componenti del rilancio territoriale?

In primis, l’amministrazione comunale ha il dovere di favorire lo sviluppo, studiando e utilizzando tutti i canali di finanziamento di tipo europeo e statale. Il Comune dovrebbe avere sempre pronto nel cassetto un “parco progetti”, in grado d’intercettare tutti i finanziamenti che dovessero profilarsi sulla linea Roma Bruxelles. Esiste la possibilità, anche sulla base delle leggi speciali approvate negli ultimi anni, a cominciare dallo stesso PNRR, di ridare slancio al paese coniugando l’ordinarietà alla straordinarietà. Tutto ciò è fondamentale per rendere appetibile Turi anche per le stesse imprese del Nord. Infatti, al Nord tendono a diminuire le aree disponibili per gl’insediamenti produttivi. Molte delle loro zone sono sature. Non solo. Molte imprese del Nord tendono ad investire nel Sud, e in Puglia in particolare, non solo per la disponibilità di aree nuove attrezzate, ma anche perché, in questo modo, vengono incontro all’occupabilità di quei giovani che non intendono trasferirsi in blocco al settentrione e all’estero. Tutto questo è altamente auspicabile, perché contribuisce a frenare, almeno in parte, uno spopolamento che sembrerebbe inarrestabile.

La Puglia, in questo momento, è al centro delle cronache giudiziarie per fenomeni di voto amministrativo di scambio. Che aria tira a Turi?

Mi auguro che Turi non venga mai colpita da fenomeni di questo tipo. Sono fiducioso perché la società civile turese è sana, ingegnosa, attenta al lavoro e sensibilmente vicina ai principi di trasparenza e di legalità. La legalità, addirittura prima delle infrastrutture materiali, costituisce la principale infrastruttura esistenziale per una comunità. Perché l’infrastruttura immateriale, quella morale, costituisce la premessa per ogni progresso economico, civile e culturale. D’altronde, è dimostrato che le aree ad alto tasso di de-industrializzazione del mondo sono quelle in cui la trasparenza e la legalità sono un optional.

Quanto incide il settore agricolo sull’economia locale turese?

Tantissimo e, in particolare, la ciliegia costituisce la coltivazione d’elezione, la più diffusa; ci sono, però, tanti importanti produttori di uva, di percoche e di ortaggi, che raggiungono i mercati. Mi sento particolarmente vicino al mondo agricolo perché ho nel DNA questa appartenenza e so quanti sacrifici siano necessari per mantenere un reddito accettabile. E, a volte, neanche i sacrifici bastano. Per quel che riguarda la produzione e la commercializzazione delle ciliegie, è necessario dare sostegno a tutte le politiche di valorizzazione del nostro territorio. Il marketing territoriale sarà fondamentale nell’opera di promozione di tutte le nostre eccellenze ortofrutticole, a cominciare, ovviamente, proprio dalla ciliegia. Sarà, altresì, importante tale leva per valorizzare il tessuto agrituristico, visto che Turi si trova nel cuore della Puglia; da qui è possibile dirigersi al Nord e al Sud della Regione in brevissimo tempo. Per ottimizzare la situazione, però, è ineludibile che la rete stradale e ferroviaria vada ammodernata e velocizzata. Nei nostri propositi programmatici vi è anche l’intenzione di fare pressing sui livelli istituzionali più alti, perché i trasporti regionali superino il gap che li separa dal resto del Paese, rendendoci più dinamici e competitivi.

Ormai è una richiesta consuetudinaria. In caso di elezione, cosa farà il giornalista De Tomaso diventato sindaco nei primi cento giorni?

Ci prodigheremo per attivare tutte le procedure affinché il succitato “parco progetti” possa cominciare a concretizzarsi. Sarà necessaria la collaborazione di tutti i soggetti attivi, a cominciare dall’amministrazione, dal Consiglio Comunale, dalla struttura burocratica, dall’associazionismo, motore della società civile. Il fattore tempo è cruciale per non perdere le opportunità che ora ci sono e che domani potrebbero non esserci. E’ di lampante evidenza che il bilancio statale è destinato a procedere su un sentiero sempre più stretto, dal momento che il debito pubblico non accenna a calare – anzi – e l’eventuale acuirsi delle crisi internazionali renderà assai probabile lo spostamento di risorse pubbliche verso il potenziamento della difesa militare. Un fattore che bisogna tenere ben presente.

Turi è un crocevia migratorio, in particolare per quel che riguarda l’utilizzo dei braccianti nelle coltivazioni agricole. A volte ciò ha suscitato frizioni. Nella sua visione su questo tema, quali sono le soluzioni praticabili?

Il problema dell’integrazione della manodopera extracomunitaria dovrà essere affrontato senza steccati ideologici. Così come insegnavano gli antichi Romani, quando in un posto subentrano dei fattori di novità suscettibili di creare un’emergenza, lo Stato centrale provvede alla bisogna varando misure risarcitorie verso le comunità locali. E’ su questo punto che bisognerà attivarsi con efficacia.

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