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Un momento della conferenza stampa

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«EMOZIONATISSIMI» di tornare davanti al pubblico. Si definiscono così gli attori che saranno tra i protagonisti della stagione teatrale del Teatro Piccinni di Bari, con la voglia di «tornare a meravigliare e a far sognare il pubblico, di riportare bellezza alla vita, quella che ci è mancata dopo questo lungo periodo di chiusura e dolore». Nelle parole della coreografa Elisa Barrucchieri, che ballerà a febbraio sulle note di “I sogni di Leonardo”, con gli occhi lucidi e le mani strette al petto, c’è tutta l’emozione dello spettacolo dal vivo che torna in presenza con le sale al 100% della capienza dopo la pandemia. Per il Piccinni, poi, è una doppia ripartenza: inaugurato nel dicembre 2019 dopo nove anni di restauro, il teatro è stato subito chiuso a causa della pandemia. «Il teatro torna a casa», ha detto il sindaco Antonio Decaro.

La stagione comunale curata dal Teatro pubblico pugliese vedrà nel restaurato Piccinni dal 27 novembre al 10 aprile 2022 un cartellone di 18 spettacoli, tra i quali due anteprime nazionali di danza, la prima assoluta dell’evento di letteratura e musica di Nichi Vendola con il musicista elettronico Populous, “Quanto resta della notte” per la sezione teatro dei sogni, tre esclusive regionali e nomi del calibro di Ferzan Ozpetek, Gianfelice Imparato e Carolina Rosi, Massimiliano Gallo e Stefania Rocca, Sergio Rubini e Fabrizio Gifuni. La prima opera teatrale in scena sarà, il 6 e 7 dicembre, “Ferzaneide. Sono la!”, di e con Ferzan Ozpetek.

A gennaio Imparato e Rosi porteranno in scena “Ditegli sempre di sì” di Edoardo De Filippo. Tre appuntamenti saranno dedicati, in date simboliche, ai temi della memoria: a gennaio, nel mese della Shoah, “Se questo è un uomo” tratto dall’opera di Primo Levi, di e con Valter Malosti; il 21 marzo, nella giornata contro le mafie, Sara Bevilacqua sarà sul palco con “Stoc ddò – Io sto qua”, il racconto in prosa dei Lella Fazio, madre di Michele, 16enne barese vittima innocente di mafia e, sempre a marzo, Fabrizio Gifuni interpreterà le lettere dalla prigionia e il memoriale di Aldo Moro in “Con il vostro irridente silenzio”.

In scena, tra gli altri, “Il silenzio grande” con Massimiliano Gallo, Stefania Rocca e Antonella Morea e regia di Alessandro Gassmann, Sergio Rubini con il suo “Ristrutturazione” ed Emilio Solfrizzi con “Il malato immaginario” di Molière. La stagione quest’anno si arricchisce anche un’esperienza laboratoriale con quattro appuntamenti di formazione teatrale in altrettante palestre di periferia.

Alla conferenza stampa di presentazione sono intervenuti, collegati in video da remoto, alcuni degli attori protagonisti della stagione teatrale, mentre Sergio Rubini ha fatto una incursione telefonica per un saluto in vivavoce: «Quello è il mio teatro» ha detto, raccontando che «quando ero adolescente tutte le domeniche prendevo il treno e andavo al Piccinni. Tutto quello che ho fatto, la strada che ho percorso, la vita che ho scelto, nascono da quel teatro e ho atteso con ansia che riaprisse». Risate dalle parole di Emilio Solfrizzi, che ha annunciato la sua interpretazione di Molière come «di gran lunga il più bel spettacolo della stagione», ammettendo che «se questo testo perfetto sopravvive da 400 anni, sopravvivrà anche alla messa in scena di Solfrizzi».

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