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L’attenzione della Finanza si è concentrata su alcuni dei metodi utilizzati per evitare i controlli anche utilizzando un colorante per il carburante

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C’è anche un 47enne biscegliese tra i 14 indagati dalla Procura della Repubblica di Nola con l’ipotesi di reato in concorso di sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa su prodotti energetici. Le Fiamme Gialle del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli, che conducono l’attività investigativa su disposizione del procuratore Arturo De Stefano, hanno ricostruito un presunto sistema di frode consistente nella commercializzazione di gasolio con imposta agevolata per uso motopesca o agricolo nel circuito dell’autotrazione: l’escamotage avrebbe prodotto dei vantaggi illeciti relativi ai maggiori guadagni.

La documentazione, che risultava formalmente corretta, avrebbe così permesso la vendita all’utente finale di carburante trasportato dai depositi fiscali e pertanto non sottoposto a tutte le accise che sono previste in questi casi. Il biscegliese, in base a quanto sostenuto dai finanzieri, si sarebbe prestato a queste operazioni approfittando della sua posizione di gestore di un distributore di carburante marittimo, avvalendosi della collaborazione di altri soggetti indagati, originari delle province di Napoli, Caserta e Salerno.

Il grado di coinvolgimento nella vicenda dell’uomo originario di Bisceglie è oggetto delle valutazioni degli investigatori che si stanno occupando della vicenda. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno riscontrato l’esistenza di un meccanismo attraverso il quale un additivo aggiunto all’interno delle cisterne degli autotrasportatori era in grado di modificare la colorazione del carburante, riservato ad altri usi, in modo da renderlo in tutto e per tutto identico a quello posto in vendita nei distributori della rete stradale, consentendo agli autisti di eludere gli eventuali controlli delle autorità attraverso un semplice pulsante posto nelle cabine dei mezzi pesanti.

Le Fiamme Gialle hanno posto sotto sequestro preventivo tre depositi di carburanti, un distributore, un’area di parcheggio, cinque mezzi di trasporto e una somma di circa 100 mila euro in denaro. Le indagini si sono concentrate su cinque società, compresa una titolare di un deposito fiscale autorizzato a detenere prodotto energetico in sospensione d’imposta, in attesa di essere immesso in consumo per varie destinazioni.

Le agevolazioni di imposta che di norma spettano a motopescherecci ed ai macchinari agricoli sono oggetto, spesso in questa fase molto critica caratterizzata da una decisa impennata dei prezzi che ha portato anche a recenti proteste del settore, delle attenzioni delle forze dell’ordine, impegnate nel controllo capillare della regolarità delle procedure di approvvigionamento dei carburanti.

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