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Migranti sulla rotta balcanica

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«MOLTO spesso Barletta è balzata alle cronache per fatti disdicevoli, non sono purtroppo mancati nemmeno fatti di cronaca nera» scrivono Giuseppe Di Bari Comitato di quartiere zona 167 e Cosimo D. Matteucci dell’Ambulatorio popolare di Barletta.

«La nostra città però è altro, la nostra comunità è altro, e lo dimostrano le tante, tantissime persone che singolarmente o associate si preoccupano di tutte le altre, che solidarizzano, che vogliono bene e che aiutano chi è stato lasciato indietro a recuperare, a venire avanti. Tra queste vi è il titolare di un importante calzaturificio di Barletta di cui non diremo il nome, ma racconteremo il fatto, bellissimo, straordinario. Subito dopo il nostro appello per i migranti che stanno morendo sulla rotta balcanica ci ha contattato per donare, per loro, oltre 2500 paia di scarpe! Una donazione immensa, una delle più grandi di sempre!

A lui il ringraziamento di tutta la comunità mutualistica dell’Ambulatorio popolare di Barletta e soprattutto di quelle persone: donne, bambine, bambini, anziane, anziani e uomini che ne potranno beneficiare su quella rotta che miete vittime, tantissime vittime ogni giorno, e su cui l’Europa ha perso l’anima. Adesso però, per non vanificare la sua donazione ci servono fondi per finanziare il viaggio e in particolare i furgoni con cui porteremo quelle scarpe al confine o se sarà possibile, direttamente in Bosnia e Serbia, insieme ai cerotti, garze, disinfettanti, prodotti per l’igiene intima e personale e fornelli da campo.

Abbiamo contatti consolidati con una rete di associazioni internazionali, di cui facciamo parte, che assiste e sostiene le persone migranti lungo tutta quella terribile dorsale europea. La partenza è prevista per fine mese, il 29 o 30 gennaio, da Barletta, adesso però ci servono fondi per partire.

Raccolta fondi per il finanziamento del trasporto al seguente IBAN: IT24T0538741351000043109684 intestato all’Ambulatorio popolare di Barletta – OdV, con causale: “donazione per l’emergenza balcanica”. Facciamo presto. La gente sta morendo».

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