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«La nostra sede chiede coperte. Ormai le serate sono molto fredde e il bollettino meteo dice che le prossime giornate saranno intensamente gelide. Servono coperte o sacchi a pelo. Urgente!». È l’sos per il freddo lanciato dal direttore della Caritas di Barletta Lorenzo Chieppa nella serata di sabato.

Fra coloro che l’hanno raccolto vi è il parroco della chiesa di Sant’Andrea, arciprete della cattedrale di Santa Maria Maggiore, Francesco Fruscio, il quale ha colto l’occasione per invitare i fedeli a non fare cadere nel vuoto quell’appello, riferendo loro della “inquietudine” che quella richiesta gli ha provocato. «Mentre io sono al caldo della mia stanza a scrivervi – dice Fruscio – tra le strade della nostra Barletta ci sono persone che non hanno un tetto e che sono costrette a dormire per strada coperte solo da cartoni».

Già all’inizio di questo mese, il direttore di Caritas, in occasione dell’accordo con l’associazione dei medici cattolici e l’avvio del servizio di ambulatorio medico in via Manfredi, aveva riferito del lavoro notturno delle unità di strada, del freddo incipiente e delle condizioni di quanti, soprattutto stranieri, si accampano in casolari abbandonati e anche nell’ex stazione della teleferica, a Ponente, dove il freddo e il vento gelido dal mare, in queste sere è fortissimo, e anche nei locali dell’ex distilleria.

Per questo il sacerdote, anche attraverso il Vangelo, ha invitato i fedeli a gesti concreti. «Fare qualcosa per mettere in atto una conversione (cosa che un’istituzione religiosa difficilmente accetta) – spiega – significa partire dalle cose concrete della vita, dal vissuto quotidiano: perché la conversione, il cambio di mentalità, o ti tocca sul vivo oppure rimane un bel discorso ricco di suggestioni, ma che non porta a niente».

E don Francesco Fruscio suggerisce di partire dalle «Due opere di carità più essenziali: chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto. Abbiamo gli armadi stracolmi di indumenti messi una sola volta (o magari neppure quella) – aggiunge – e soffriamo di malattie legate primariamente all’eccessivo benessere, più che alla malnutrizione. Basta veramente poco, per porre in atto il cambiamento: se ognuno inizia a fare la propria parte, nel proprio piccolo…».

L’invito è a portare coperte ma anche termos di latte e alimenti e a iniziare una “gara di amore e solidarietà”. E non è l’unica partita in città, perché l’Ambulatorio popolare Odv ha promosso una raccolta di fondi per far fronte all’emergenza umanitaria sulla rotta balcanica insieme a Legambiente e Arkadihub di Trani, all’ambulatorio popolare di Canosa, al sindacato nazionale forense e altre organizzazioni.

Hanno raccolto il necessario per aiutare i migranti bloccati al confine tra Bosnia e Croazia, giacche, scarpe, carica batterie, disinfettanti, garze, cerotti, detergenti e tanto altro. Due furgoni sono in partenza ma servono anche risorse per affrontare le spese di viaggio. Sulle pagine social dei promotori ci sono tutte le info e indicazioni per sostenere l’iniziativa.

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