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L’ingresso della Timac Agro a Barletta

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BARLETTA – Nessuno si spiega cosa e come sia potuto succedere. Era terminata da poco la pausa per il pranzo quando, intorno alle 14 di ieri, un operaio, nel piazzale dello stabilimento Timac di Barletta, è stato investito da una pala meccanica in movimento ed è morto. La vittima è un uomo di 62 anni, del posto, Luigi Riefolo. La pm del tribunale di Trani, Maria Isabella Scamarcio, che coordina le indagini dei carabinieri, ha aperto un fascicolo di inchiesta per omicidio colposo nei confronti dell’uomo che era alla guida del mezzo industriale, un 46enne. L’operaio investito lavorava per una ditta esterna, addetta ai servizi di pulizia industriale, e anche il conducente del mezzo non era un dipendente di Timac Agro.

Ma per i dipendenti dello stabilimento di via Trani, in cui si producono fertilizzanti, sia l’operaio morto sia il “palista”, sono due di loro, li conoscevano e incontravano spesso sul posto di lavoro. Maggiori elementi, utili a comprendere cosa sia accaduto e in quali circostanze, gli inquirenti confidano che possano emergere dall’autopsia disposta sul corpo dell’uomo. Sono stati disposti anche gli esami tossicologici per il conducente del mezzo, riferiscono gli investigatori, come sempre avviene in questi casi.

A dare la notizia di quanto accaduto è stata la stessa azienda, con una nota di cordoglio alla famiglia e ai colleghi dell’uomo. «Timac Agro Italia, unitamente alle autorità competenti, si è da subito attivata per chiarire nei tempi più brevi le dinamiche di quanto successo», precisa la nota. Sottolineando che «l’incidente è avvenuto nelle aree esterne e non è riferibile al ciclo produttivo dell’azienda». Sul posto, oltre ai carabinieri e agli operatori sanitari del 118, che hanno solo potuto constatare il decesso dell’uomo, sono intervenuti anche i tecnici dello Spesal della Asl Bt, le cui indagini sono volte a verificare il rispetto delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Cordoglio e vicinanza alla famiglia dell’operaio morto, sono stati espressi dal segretario generale della Cgil della Bat, Biagio D’Alberto, e dal segretario generale della Filctem Bat, Pietro Fiorella. «Un’altra vita spezzata, un’altra morte bianca dopo quella avvenuta ad Andria solo una settimana fa. Ci ritroviamo a piangere per un altro lavoratore del nostro territorio che questa sera non tornerà a casa dai suoi cari», hanno detto D’Alberto e Fiorella. I due sindacalisti insistono sulla necessità di prevenire gli incidenti nei luoghi di lavoro. «Vorremmo che passi il messaggio – spiegano – che serve davvero maggiore prevenzione, formazione e rispetto delle leggi e delle norme esistenti». E riferiscono di avere incontrato il prefetto Maurizio Valiante, nei giorni scorsi, e di avergli parlato anche dell’assenza dell’Ispettorato del lavoro nella provincia di Barletta – Andria – Trani.

«Una richiesta che ormai rivendichiamo da tempo e continueremo ad avanzare fino a che non sarà istituto», dice D’Alberto, che rivolge un pensiero anche ai colleghi dell’operaio morto. «Proviamo un dolore indicibile – concludono i due sindacalisti – perché sembra che non si riesca a spezzare questa catena di morte in tutto il Paese. Qualcuno potrebbe ritenere che siamo noiosi e ripetitivi ma noi non ci stancheremo mai di dire che non è più possibile morire di lavoro».

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