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Gas di scarico - Immagine di repertorio

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Il tema dell’inquinamento, specie dell’aria, nel territorio andriese è tornato alla ribalta a seguito della pubblicazione di alcuni dati – piuttosto preoccupanti – inerenti alcuni rilievi effettuati in questi mesi. Gli attivisti del Comitato Quartiere Europa, sorto ben 25 anni fa e componente della consulta cittadina per l’ambiente, hanno manifestato forte preoccupazione per quanto emerso e soprattutto per una risposta ritenuta finora non tempestiva e inefficace da parte delle autorità competenti. Il direttivo, riunitosi per analizzare le informazioni divulgate sull’inquinamento atmosferico, frutto di elaborazioni sulle risultanze del monitoraggio svolto in diverse zone della città.

«Se non è un allarme sociale, poco ci manca – ha commentato Savino Montaruli. «Leggere che le rilevazioni degli agenti inquinanti aerodispersi effettuate tra i mesi di dicembre 2021 e gennaio 2022 avrebbero fatto registrare dei picchi che, come evidenziato dall’associazione 3Place che ne ha curato le elaborazioni, avrebbero addirittura superato ripetutamente la media dei limiti di legge stabiliti per gli inquinanti aerodispersi, è motivo di enorme preoccupazione e sarebbe interessante conoscere quali siano i rimedi, i provvedimenti, le misure di contrasto e soprattutto quale sia il programma di interventi di prevenzione nel rispetto del principio di cautela posti in essere dall’amministrazione comunale e dal competente assessorato all’ambiente ed alla salute pubblica».

Gli sforamenti registrati in nove giorni, secondo quanto dichiarato dai promotori dell’iniziativa, sarebbero ben 145 di PM 2,5 (ovvero delle polveri sottili di particelle con dimensioni minori o uguali a 2,5 micron) e 48 di PM 10 (quindi di materiale particolato con diametro pari o inferiori a 10 micron): preoccupa, in particolare, il fatto che per ben otto volte sarebbero stati valicati i valori limite.

Andria è la città con i dati più allarmanti in Puglia riguardo le polveri sottili PM 2,5 secondo il rapporto “Mal’aria di città. Quanto manca alle città italiane per diventare clean cities” realizzato da Legambiente su tutto il territorio nazionale. Il Comitato Quartiere Europa ha invitato le autorità competenti «Ad intervenire con la massima urgenza e soprattutto ad individuare ed attuare qualunque forma di intervento di natura preventiva ma anche repressiva oltre che formativa».

Le rassicurazioni fornite da esponenti dell’amministrazione comunale non convincono e non sono ritenute sufficienti: «Leggere o sentire che “tutto va bene” ci lascia non solo perplessi ma molto, molto preoccupati perché significa che, in pratica, non è cambiato nulla».

Dal canto loro, il sindaco Giovanna Bruno ed i suoi assessori hanno garantito la massima attenzione e un impegno costante affinché la rotta possa essere presto invertita: gli interventi da compiere comprendono inevitabilmente una gestione della viabilità meno caotica e un lavoro di incentivazione alla mobilità sostenibile, passi fondamentali per una città di 100 mila abitanti.

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