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Il traghetto andato a fuoco

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Subito le urla dell’equipaggio, poi il fumo. E’ così che in piena notte sono stati svegliati, venerdì, i passeggeri del traghetto Euroferry Olimpia della Grimaldi in viaggio da Igoumenitsa a Brindisi. Pochi minuti per prendere gli oggetti personali importanti e raggiungere tutti all’esterno, con le fiamme che cominciavano ad alzarsi dalla stiva e il terrore di non farcela e di morire in mare come già accaduto in altre tragiche vicende.

«Ci siamo vestiti in un secondo e siamo saliti sul ponte dove ci sono stati dati i giubbotti di salvataggio» ha detto l’autista del camion contattato telefonicamente da Ert. Sul ponte – ha continuato a raccontare – C’era il panico, c’era molto fumo che usciva dal garage, l’aria era soffocante – ha aggiunto.

Al freddo e terrorizzati da quello che stava accadendo, i passeggeri si sono avvolti nelle coperte termiche mentre l’equipaggio cercava di approntare le scialuppe di salvataggio, alcune delle quali però, erano già state avvolte dalle fiamme. In quegli stessi minuti l’allarme era già stato lanciato e la prima motovedetta della Guardia di Finanza si era già messa in viaggio per raggiungere il traghetto di Grimaldi.

Un percorso di pochi minuti che ha fatto la differenza tanto da essere subito elogiato dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Ma anche gli uomini a bordo hanno subito affrontato l’emergenza in atto, riuscendo a mettere al sicuro i passeggeri, per poi consegnarli nelle mani degli uomini della Guardia di Finanza.

«Se l’equipaggio – ha spiegato un camionista alle agenzie di stampa – non avesse reagito immediatamente non so cosa sarebbe accaduto, forse il fuoco ci avrebbe divorato. Dopo che abbiamo lasciato la nave, abbiamo visto il fuoco invadere altri ponti. E’ stato anche il momento in cui abbiamo ascoltato le esplosioni, che probabilmente venivano dai veicoli.
Ma su questo l’equipaggio era organizzato e preparato».

«E’ stato un incubo – aggiunge un altro passeggero – tutti a bordo correvano molto spaventati, ma alla fine tutto è andato bene».

«Ci hanno svegliato intorno alle 4.20 della notte – ha detto un passeggero a Sky – e nel giro di un’ora abbiamo abbandonato la nave, ci siamo riusciti perché salvati dall’equipaggio che ha agito velocemente».

Attimi frenetici nei quali è stata organizzata l’evacuazione supportata dall’arrivo dei soccorsi che nel frattempo avevano fatto scattare l’organizzazione e che hanno proseguito tutte le operazioni nelle ore successive insieme alle forze dell’ordine greche.

Il racconto dei superstiti ripercorre anche se con parole diverse la stessa drammatica trama. «Dormivo nella mia cabina quando sono venuti ad avvisarci. Ho preso il mio documento d’identità e mi sono diretto verso il ponte dove si stavano radunando le persone. Siamo stati caricati sulle scialuppe – racconta alle agenzie di stampa uno dei passeggeri, il camionista Giorgos Parlantzas.

Anche per Mino Roma, imprenditore brindisino di 43 anni, quel viaggio si è trasformato in un incubo, come ha spiegato al Tg2 ricordando subito la tragedia della Norman Atlantic ch nel 2014 in viaggio tra Igoumenitsa e Ancona prese fuoco al largo delle coste albanesi. Morirono in 31, 19 dei quali dispersi.

Roma, che si occupa di rifiuti e stava tornando a Brindisi da un viaggio per lavoro, ha raccontato poi a AdnKronos: «Sulle scialuppe c’erano persone che gridavano e vomitavano. Ci sono stati momenti di panico, non lo auguro a nessuno. C’erano anche bambini. Faceva freddo e le scialuppe stavano imbarcando acqua poiché erano sovraccariche. Quando siamo scesi in acqua nelle scialuppe – ha aggiunto – ci siamo allontanati di una ventina di metri dalla nave. Poi sono arrivati i soccorsi».

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