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Uno scorcio di Bari

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Sprofondano tutte in zona retrocessione. In una classifica impietosa che somma tante inefficienze e mancate risposte sociali. È una Puglia a tinte fosche quella che emerge dal 23esimo rapporto “Qualità della vita 2021” stilato dalla testata ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma in collaborazione con Cattolica Assicurazioni. Male, anzi malissimo, le nostre sei province che si piazzano tutte nella parte più bassa della graduatoria accumulando parametri negativi su vari indicatori come sicurezza, tempo libero, reddito, sanità e opportunità di lavoro.

Ad aprire la pattuglia delle pugliesi ci pensa il capoluogo Bari, che si piazza al poco lusinghiero 86esimo posto, guadagnando solo due posizioni in più rispetto alla classifica dello scorso anno. Un gradino più sotto c’è Lecce, che invece perde una posizione: la provincia salentina resta solo 87esima rispetto all’86esima posizione del 2020. Terzo posto regionale per la provincia di Brindisi che arretra di un gradino, passando dall’89esimo al 90esimo posto. Fin qui l’area rossa della classifica, che per Bari, Lecce e Brindisi indica un giudizio complessivamente “insufficiente”.

In pratica si tratta comunque di una bocciatura. Subito dopo si apre l’area blu, quella fortemente critica, cioè a qualità della vita definita «scarsa». E in questo pattuglione italiano ci sono le restanti tre province pugliesi. Sale di un gradino la BAT, la sesta provincia Barletta-Andria-Trani, ma il risultato resta ancora insufficiente: è 97esima rispetto alla 98esima posizione di un anno fa. Crolla invece Taranto che fa un notevole balzo all’indietro: la provincia ionica arretra vertiginosamente dal 94simo al 103esimo posto, piazzandosi in piena zona retrocessione. Fa peggio la Capitanata, con la Provincia di Foggia che, pur recuperando due gradini, resta al 105esimo posto.

Praticamente terzultima, rispetto all’ultima posizione ottenuta nel 2021 e quest’anno ceduta alla calabrese Crotone. In sostanza le nostre pugliesi, secondo questa analisi, hanno retto poco o male all’onda d’urto della pandemia, dimostrando scarsa capacità di resilienza e di adattamento alle nuove sfide sociali ed economiche lanciate dalla diffusione del virus. Insomma, una fotografia che deve far riflettere le istituzioni regionali e locali, anche e soprattutto in vista del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il corposo pacchetto di aiuti europei che dovrebbe dare fiato alla Puglia e a tutto il Mezzogiorno per riagganciarsi alla locomotiva del Nord. Andando più nello specifico delle varie graduatorie c’è il caso Taranto che resta ultima, con Messina, Crotone, Siracusa e Catania, per quanto riguarda l’ambiente.

Questa bocciatura sembra quindi in forte contrasto con i segnali incoraggianti che per la città ionica, meno di una settimana fa, erano invece arrivati da un’altra classifica nazionale, quella di Ecosistema Urbano stilata da Il Sole 24 ore. Per il sistema salute invece la BAT si piazza agli ultimi posti assieme ad altre province “miste”, sia del Centro e sia del Nord Italia. In ogni caso la parola d’ordine per le nostre pugliese resta una sola: rimboccarsi da subito le maniche per non restare anche il prossimo anno negli inferi della classifica.

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