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Rifugiati in fuga dall’Ucraina e l’arcivescovo della diocesi di Bari-Bitonto Giuseppe Satriano

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La carovana della pace guidata dall’arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano, porta in Italia i primi cinquanta ucraini in fuga dalla guerra. Sono giunti ieri sera a Roma, infatti i 50 rifugiati portati in salvo nell’ambito della carovana di pace italiana “Stop the war now”. L’iniziativa, promossa da Arci solidarietà, Arcs e Aoi in collaborazione con Roma Capitale, è riuscita a garantire protezione e a mettere in salvo donne, bambini e anziani, molti dei quali anche con gravi disabilità, in fuga dalla città di Dnipro, ai confini col Donbass e tra le zone più colpite del conflitto.

Dopo la segnalazione, da parte della Caritas locale, della presenza di un elevato numero di persone fragili intenzionate a raggiungere il nostro Paese, si è attivata una gara di solidarietà supportata da don Giuseppe Satriano, arcivescovo della diocesi di Bari-Bitonto presente a Leopoli con la carovana.

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«Con il sostegno del Forum del Terzo settore nazionale, grazie a una campagna di raccolta fondi promossa dalla consigliera regionale Marta Bonafoni e con il prezioso contributo di privati cittadini, si è potuto allestire un canale di protezione per tutte persone in fuga. Un modello di collaborazione positiva tra associazioni, privati cittadini e istituzioni», spiega Mariangela De Blasi di Arci solidarietà.

“In stretta collaborazione con la Protezione civile e la Regione Lazio – spiega l’assessore alle Politiche sociali di Roma Capitale Barbara Funari – abbiamo seguito fin dall’inizio questo viaggio per garantire e individuare una soluzione di accoglienza adatta a ciascuno di questi complessi casi, molti con gravi disabilità».

Nel Barese non si ferma la gara di solidarietà in atto. Un altro viaggio umanitario è infatti partito da Molfetta verso le zone di guerra: don Beppe De Ruvo, parroco della Madonna della Rosa, è partito con Domenico de Candia, console per la Moldova di Puglia, Basilicata e Molise proprio in direzione della terra moldava, al confine sud-occidentale con l’Ucraina dove tanti profughi arrivano pur di lasciare le zone più pericolose a causa dei continui attacchi delle truppe russe.

La missione è partita alla volta di Palanca, un paesino di circa duemila abitanti che si trova proprio al confine con l’Ucraina ad appena 12 chilometri dalla città di Odessa, che da giorni è sotto assedio via mare e da dove si sentono distintamente bombardamenti.

L’obiettivo è quello di portare in salvo il maggior numero possibile di profughi in una zona che già di per sé è povera e che da più di un mese è in grande difficoltà essendo molto vicina al conflitto Dopo la missione umanitaria di don Gino Samarelli nelle scorse settimane, ancora una volta Molfetta risponde all’emergenza umanitaria: i profughi saranno poi condotti nei centri che hanno già dato la loro disponibilità ad ospitarli per il tempo che sarà necessario.

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