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Una serie di curve pericolose, strette, comunque a tre corsie, non segnalate a dovere, che rendono il tratto di tangenziale tra l’uscita di via Amendola e via Caldarola una trappola. È lì che Elena Lisco, di 26 anni, studentessa barese, e Francesco Filippo Galantino, di 35, hanno perso la vita lascorsa notte attorno all’1,30. All’altezza dell’uscita 14/A mentre viaggiavano in direzione Foggia a bordo di una Ford Mondeo grigia dell’uomo, dopo una serie di coincidenze e una carambola terribile, sono finiti contro il guardrail, rimanendo incastrati all’interno delle lamiere dell’auto.

A tirarli fuori dall’abitacolo i vigili del fuoco, ma la corsa delle ambulanze del 118 verso il Policlinico e l’ospedale Di Venere si è rivelata purtroppo inutile. Un doppio incidente fatale, quindi. Poco prima, infatti, un’auto si era ribaltata più volte sullo stesso punto. Probabilmente a causa della pioggia copiosa in quelle ore e dell’asfalto bagnato, il conducente, un uomo, ne aveva perso il controllo. In soccorso era intervenuto un carroattrezzi per rimuoverla, dato che occupava la strada dopo essere finita di traverso.

Secondo le prime ricostruzioni il mezzo, però, si sarebbe messo in posizione non regolare, occupando in parte la carreggiata. L’arrivo a velocità sostenuta della Ford su cui viaggiavano i giovani assieme a un’altra persona amica e la pericolosità del tratto dopo l’inizio dei lavori per lo spostamento dei binari della ferrovia a Sud di Bari è divenuto così fatale per la vita dei due. La terza persona è rimasta ferita ma non è, per fortuna, in pericolo di vita. Elena Lisco era studentessa in Economia dell’ambiente e del territorio all’Università di Torino, dopo gli anni in Scienze dei beni culturali all’Università di Bari, dove si era diplomata a liceo Socrate. Gli amici, presi da rabbia e sconforto, la descrivono come una ragazza piena di interessi, appassionata di cinema, sveglia.

I genitori di Francesco Galantino vivono invece a Londra e hanno appreso solo in giornata della tragedia. Le indagini per comprendere per l’esattezza la dinamica del doppio incidente sono state affidate alla polizia locale che ha effettuato i rilievi e al pm di turno della procura Michele Ruggiero, che ha disposto il sequestro di tutti i mezzi coinvolti ma non ha deciso per l’autopsia. Le condizioni del manto stradale bagnato, la presenza del carroattrezzi e la velocità sostenuta sono, secondo gli investigatori, tra le cause di ciò che è accaduto.

Ma a finire sotto accusa è anche quella serie di curve realizzate in maniera temporanea in un tratto lungo all’incirca un chilometro e mezzo tra la fine del 2018 e i primi mesi del 2019. Un’opera finalizzata allo spostamento dei binari della ferrovia a Sud della città per la realizzazione del grande progetto di dismissione della linea attuale tra la stazione centrale e Torre a Mare. Una variante di oltre 10 chilometri che cambierà il volto della città ma che rappresenta, nei suoi effetti, un costante pericolo per le migliaia di persone che attraversano quel tratto in auto o con altri mezzi.

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