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I racconti si susseguono, le parole scorrono veloci, la rabbia è tanta ma cammina di pari passo con la paura. «Non puoi lasciare nulla in campagna, niente, nemmeno una scaletta o una zappa e devi sempre vigilare, negli orari più assurdi, maggiormente quando il tempo è brutto o fa troppo caldo perché è proprio quello il momento in cui ti depredano. Poi ci sono i luridi, aziende e cittadini, che buttano rifiuti e tutto. La campagna è terra di nessuno».

E ancora: «Mi faccio sempre accompagnare quando esco col trattore, con tanti costi in più, perché non si sa mai. Il rischio non è che ti rubino il mezzo, ma che ti facciano male nel farlo. Rinuncio a lavori conto terzi quando le campagne sono sperse chissà dove e se succede qualcosa nessuno arriva».

«Capisco chi fa la spesa proletaria, cioè chi ha fame per davvero e chiede o prende qualcosina di frutta e verdura per campare, ma… una volta ho trovato un signore in campagna sulla scala a raccogliere ciliegie, aveva 7 cassette già riempite e disse: “Sono per la bambina”» Tre testimonianze. Tutte rigorosamente anonime.

Racconti che tra gli ulivi e i frutteti si sussurrano appena, perché le conseguenze fanno paura. Molta paura. Nelle campagne di Bari e provincia la sicurezza è inesistente, come la voce dello Stato che non si sente se non raramente. E allora il fenomeno dei furti cresce a dismisura. Anche se quantificarlo è davvero difficile perché in pochi denunciano. Gli agricoltori chinano la testa e ogni giorno fanno la conta di furti di piante, prodotti agricoli e mezzi. I più stanchi stanno presidiando i campi per tentare di sventare i raid diurni e notturni: si organizzano in gruppi e fanno le ronde per tutelare se stessi e gli altri.

La denuncia parte da Coldiretti Puglia che lancia l’allarme per le condizioni di lavoro e di vita nelle aree rurali pugliesi, con la recrudescenza del fenomeno, per esempio, a Palo del Colle, dove le bande organizzate stanno rubando di tutto, dalle piantine di olivo alla legna, dalle motoseghe alle macchine, fino ai trattori e alle forbici elettriche, con l’ultimo episodio a danno di un agricoltore che ha denunciato il furto di 170 olivi Coratina.

«Le aziende agricole hanno bisogno di sicurezza – spiega il presidente Savino Muraglia, perché la criminalità le costringe a vivere quotidianamente attanagliate in un clima di incertezza e paura. Muraglia preme sulla necessità di attivare una cabina di regia tra il Ministero delle Politiche Agricole e il Ministero dell’Interno che coordini le attività delle forze dell’ordine, che va sostenuto con l’intervento dell’Esercito in alcune aree a forte rischio».

«È necessario – spiega il numero uno di Coldiretti – coordinare le attività per trovare una soluzione e bisogna farlo tutti insieme, ognuno secondo il ruolo che svolge. Non possiamo lasciare da soli i nostri agricoltori a combattere una guerra difficile e pericolosa».

«Capitolo a parte merita – insiste Colomba Mongiello dell’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura e agroalimentare della Coldiretti – il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, a partire dall’olio, spesso spacciati per prodotti di qualità, compromettendo la sicurezza.”

Con l’estorsione e l’intimidazione le agromafie impongono i prezzi dei prodotti agricoli e la vendita di determinate produzioni agli esercizi commerciali soffocando l’imprenditoria onesta e compromettendo la qualità e la sicurezza dei prodotti. «La Puglia è una regione a forte vocazione agricola ed è per questo – conclude Coldiretti Puglia – che il business delle agromafie è divenuto particolarmente appetibile».

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