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La buona notizia: l’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Puglia e della Basilicata è riuscito a isolare la variante Omicron del Covid-19, questo vuol dire, adesso, poterla studiare e riuscire a verificare l’efficacia dei vaccini. La cattiva notizia: in Puglia i casi di contagio causati da Omicron sono aumentati, dai due accertati domenica scorsa adesso sono sette ma sono in corso verifiche su altre persone positive.

La pessima notizia, invece, è che tre casi sono completamente slegati e non riconducibili ai primi due contagi, questo significa solo una cosa: Omicron ha già attecchito in Puglia e si sta diffondendo e, considerando la sua maggiore capacità di replicarsi, potrebbe provocare una impennata di positività come sta accadendo nelle regioni del nord, in Veneto soprattutto.

Tutto come nelle previsioni degli esperti, d’altronde, secondo gli epidemiologi già a gennaio Omicron potrebbe essere prevalente in Italia. Ecco il perché è indispensabile vaccinarsi e tutelarsi anche con la terza dose per chi ha già completato il primo ciclo. Per fortuna la scienza avanza quasi a pari passo con il virus, come dimostra il risultato ottenuto dai tecnici del laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata che sono riusciti, in una settimana, a isolare la variante Omicron” del SarsCov2.

«I campioni, relativi a due pazienti dei quali già era stata diagnosticata la variante – spiega il direttore generale dell’istituto, Antonio Fasanella – sono stati inviati dalla professoressa Maria Chironna, del Policlinico di Bari, per effettuare l’isolamento del virus. I campioni sono stati seminati su colture cellulari e dopo 72 ore di incubazione è stato osservato un’imponente distruzione delle cellule, il che significa che il virus si sta replicando.

L’isolamento del virus, l’Istituto è tra i primi in Italia ad averlo fatto, è molto importante perché ci permette di produrlo in quantità idonee per passare alla fase successiva, che consiste nel mettere a confronto quantità standard di Omicron con i sieri di donatori che hanno effettuato la terza dose di vaccino e dei quali conosciamo già il titolo neutralizzante nei confronti della variante Delta. Il test di neutralizzazione del virus – conclude – è l’unico in grado di definire il livello di protezione di un individuo nei confronti del virus in quanto definisce la quantità di anticorpi in grado di bloccare il virus».

La variante scoperta in Sudafrica è ormai presente in tutta Italia e viaggia a velocità sostenuta: «La variante Omicron sta crescendo anche nel nostro Paese alla giornata di oggi nella piattaforma che raccoglie le sequenze del virus vengono segnalate 55 varianti Omicron identificate», ha chiarito ieri il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro commentando i dati del monitoraggio settimanale.

Il governatore Emiliano ieri si è rivolto ai pugliesi, invitandoli a fare l’unica cosa che può proteggerli: «Ai pugliesi dico: più ci vacciniamo, più forte sarà lo scudo contro il Covid. Abbiamo appena superato in Puglia il milione di terze dosi o di richiamo, l’88% dei pugliesi ha ricevuto almeno una dose, siamo sopra di tre punti la media nazionale. In Europa, al momento, la Puglia resiste alla quarta ondata nonostante tutte le curve dei contagi siano in crescita.

Continuiamo così, confidando nella ricerca, nel vaccino e nelle condotte responsabili». Il rischio di reinfezione con la variante Omicron è 5,4 volte maggiore rispetto alla Delta. E anche la protezione dei vaccini nei confronti di questa nuova variante è significativamente inferiore, oscillando per quanto riguarda le due dosi da 0 al 20% contro la malattia sintomatica, e per la dose booster dal 55 all’80%. È quanto emerge da uno studio dell’Imperial College di Londra.

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