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Nonostante contagi in aumento esponenziale e, soprattutto, occupazione dei posti letto negli ospedali ben oltre le soglie critiche, la Puglia resterà un’altra settimana in zona bianca. «Alla luce del flusso dei dati del monitoraggio Iss, ministero della Salute e Regioni, il ministro Speranza ha firmato l’ordinanza che porterà la Campania in giallo e la Valle d’Aosta in arancione», ha comunicato ieri sera il ministero della Salute. E’ stato uno 0,1% in meno rispetto al limite dell’occupazione dei posti letto in Intensiva a far slittare il passaggio in zona gialla, cosa è accaduto?

In sostanza, al momento del monitoraggio dell’Iss, che si ferma al 9 gennaio con aggiornamento al 12, nelle Intensive risultava una occupazione del 9,9% dei posti letto, mentre la soglia critica è fissata al 10%. Quindi, nonostante allo stato attuale il tasso di occupazione nelle rianimazioni sia pari all’11% mentre nei reparti di Medicina è al 18% (limite stabilito al 15%), la Puglia resterà in zona bianca.

Un’anomalia considerando che lo stesso report del ministero e Iss evidenzia che, nella settimana dal 3 al 9 gennaio in Puglia ci sono stati 32.079 contagi Covid, in aumento rispetto a sette giorni prima. Non solo: la Puglia ha un Rt puntuale pari a 2, tra i più alti in Italia, e un rischio di progressione classificato come «alto». Non è da escludere, però, che la Regione possa inviare un aggiornamento dei dati al ministero in modo da ottenere una rettifica, è già accaduto in passato.

Anche perché la situazione si fa di giorno in giorno più complessa: ieri il bollettino ha registrato un picco di nuovi casi, 24.406, anche se si tratta dei contagi calcolati con le nuove regole nazionali, che tengono conto anche dei «test antigenici effettuati in farmacia o nei laboratori privati della rete regionale, resi equivalenti ai tamponi molecolari, senza necessità di conferma», spiega la Regione.

Ma pur non inserendo il dato dei test rapidi eseguiti nelle farmacie, i nuovi casi diagnosticati in Puglia nelle ultime 24 ore con test molecolare fanno registrare un numero record: 9.757. A cui si aggiungono, per l’appunto, 14.647 casi diagnosticati dal primo gennaio 2022 secondo le nuove regole entrate in vigore. Indipendente dalle nuove norme è il numero dei decessi, 8 nelle ultime 24 ore, e quello dei ricoveri: 530 persone si trovano in area non critica (giovedì erano 495) e 56 in terapia intensiva (giovedì erano 53).

I 24.406 nuovi casi sono stati riscontrati su un totale di 75.448 test, il che fa schizzare la positività al 32,3%. La maggioranza dei casi si concentra in provincia di Bari (8.631), seguono le province di Lecce (3.872), Foggia (3.111), Taranto (3.103), Barletta-Andria-Trani (2.807), Brindisi (2.601). I contagi tra i residenti fuori regione sono 194, per altri 87 non è stata definita la provincia di appartenenza. «Le nuove regole – spiega il dipartimento Salute della Regione Puglia – non determinano modifiche sul dato del numero di ricoveri e di decessi, si registra invece un aggiornamento sul numero dei cittadini in isolamento a domicilio.

Anche nei prossimi giorni assisteremo ad un recupero di casi pregressi secondo la nuova normativa nazionale, fino alla completa stabilizzazione del dato trasmesso secondo le nuove regole e nell’ottica di assicurare una comunicazione completa e trasparente rispetto ai dati della sorveglianza epidemiologica».

L’effetto Omicron ormai si vede anche in Puglia: oltre 9 casi Covid su 10 sono provocati dalla variante identificata in Sudafrica: lo ha stabilito l’ultimo studio effettuato lo scorso 3 gennaio dai laboratori Covid della Regione su richiesta dell’Istituto superiore della sanità. Nel dettaglio, su 74 campioni sequenziati, sei sono risultati positivi alla variante Delta e 68 a quella Omicron, in percentuale l’8,1% dei contagi è causato da Delta e il 91,9% da Omicron.

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