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Un ragazzo con problemi di tossicodipendenza assistito dal personale del 118 (Foto di repertorio)

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Sono oltre 9mila le persone che hanno necessità di assistenza, medica o psicologica, che si rivolgono ai 58 servizi SerD in Puglia a causa delle dipendenze.
La quasi totalità sono uomini, più di 8mila. Numeri che classificano la regione come seconda nel Mezzogiorno nelle classificazioni, poco al di sotto della più popolosa Campania, ottava su scala su scala nazionale, con dati vicini a quelli del Veneto.

Li riporta una delle ultime stime messe a disposizione dal ministero della Salute. Il problema pesa ancora nella nostra società, se pur meno visibile e meno dibattuto rispetto ai decenni scorsi, è ancora una piaga, una costante, che condiziona vite e destabilizza i rapporti personali e sociali. Nelle strutture territoriali sono 468 gli operatori messi a disposizione, 445 a tempo pieno. Tra i quali 92 medici, 15 psichiatri, 78 psicologi, 139 infermieri, 34 educatori, otto sociologi e 79 assistenti sociali.
Numeri non sufficienti ma paragonabili a quelli della regione governata da Luca Zaia.

Che il tema sia attuale lo ricorda un altro dato pubblicato la scorsa estate, che sottolinea come il nostro Paese spenda all’incirca 8 miliardi e 100 ogni anno (dato riferito alle sole spese dirette) per affrontare il problema della tossicodipendenza.
Le persone maggiormente coinvolte sono quelle della fascia di età tra i 40 e i 54 anni. Tra questi 441 si trovano in regime di detenzione, 181 sono senza fissa dimora, mentre la maggior parte di quelli rilevati vivono in abitazioni proprie o con conviventi familiari. Molti, oltre 3 mila 200, ancora con i genitori, 1.900 invece con una persone convivente e anche figli.
I liberi, non coniugati, sembrano prevalere.

Un altro dato significativo riguarda il livello di istruzione, che vede le persone coinvolte per lo più con un diploma di scuola superiore. Mentre, secondo i rilevamenti a disposizione, i servizi rivolti a persone con un’occupazione e quelle prive di un lavoro si equivalgono. Lo studio riguarda diversi tipi di dipendenze, da quelle da oppiacei ai cannabinoidi, dagli stimolanti agli ipnoticì e i sedativi, passando anche da cocaina e allucinogeni.

Nella regione si effettuano più di 152mila prestazioni sanitarie per fronteggiare i diversi tipi di dipendenze, oltre 1 milione e mezzo sono invece quelle farmacologiche. Quelle di inserimento in comunità sono oltre 2 mila mentre le psicosociali superano le 90 mila.
Lo studio riporta anche il numero di quanti hanno bisogno di prestazioni sanitarie per le diverse patologi psichiatriche che si accompagnano alla dipendenza. Si va dalle 31 persone per la schizofrenia alle 12 che soffrono di manie e disturbi bipolari.

E ancora cinque di depressione e 33 di sindromi nevrotiche. Tanti, 319, invece, soffrono di disturbi della personalità e del comportamento.
Il lavoro delle strutture porta anche a dei risultati che riguardano le dimissioni. In Puglia la degenza media in regime cosiddetto ordinario è di 10,2 giorni, mentre le dimissioni sono, secondo il dato disponibile (2018), 736. In regime diurno invece le dimissioni registrate sono state 18 su 21 accessi.

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