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Un po’ per necessità, visto l’aumento dei pazienti, un po’ perché la linea della Regione è chiara: non chiudere l’ospedale Covid nemmeno dopo il 31 marzo. Dopo lo stop di dieci giorni fa, sono ripresi i ricoveri nella struttura inaugurata oltre un anno fa in Fiera del Levante, tanto che, a ieri, il numero dei positivi assistiti era di 40, dieci in più rispetto alla settimana scorsa.

E’ il segnale che la struttura non sta per terminare la propria funzione, anche se sarà necessario un intervento normativo nazionale o regionale per permettere al centro di continuare a funzionare in deroga.

Resta il problema degli spazi che la Fiera del Levante reclama da tempo per poter pianificare la ripresa dopo due anni difficili. Venerdì scorso, il presidente dell’Ente fieristico, Alessandro Ambrosi, ha chiesto che vengano recuperati i metri quadri persi per fare spazio all’emergenza sanitaria, ma qualche giorno dopo il governatore Michele Emiliano replicò duramente: «Solo un pazzo potrebbe pensare di chiudere la struttura durante una guerra e con i contagi Covid in risalita».

Insomma, la Regione risponde picche: anche dopo la fine dello stato di emergenza la struttura non verrà smantellata. O almeno, questa è l’intenzione del governatore Emiliano. La richiesta di autorizzazione è stata trasmessa al governo, ma al momento non ci sono novità da Roma. Dovrebbe esserci una proroga che dovrebbe valere per tutte le strutture sanitarie italiane provvisorie attivate durante la pandemia.

L’ipotesi della Regione è di lasciare l’ospedale Covid lì dov’è e creare un altro padiglione ex novo. Però ci sono tre incognite: il finanziamento per progettare un nuovo centro, i tempi di realizzazione e, non ultimo, la convivenza di attività commerciali con un ospedale.

«La pandemia Covid non è finita, i dati sono in risalita e probabilmente lo saranno ancora, anche nei prossimi mesi. Solo che adesso affronteremo la pandemia che è diventata endemica senza lo stato di emergenza», ha sostenuto Emiliano lo scorso 19 marzo.

«L’ospedale in Fiera a Bari – ha quindi chiarito – sarebbe da pazzi pensare di chiuderlo. Solo un pazzo può pensare con gli orizzonti di guerra che abbiamo di chiudere 150 posti letto di rianimazione, due sale operatorie, Pet, radiologie. È un ospedale che è in grado di far fronte a qualunque tipo di emergenza, e comunque ovviamente il decreto in preparazione salvaguarda tutte le strutture costruite in tutte le regioni di Italia, in deroga alle regole di autorizzazione e accreditamento e quindi salvaguarda anche questa struttura, che viene ritenuta strategica. In Lombardia per esempio è talmente importante avere una struttura del genere che stanno smontando dalla fiera e la stanno rifacendo in una caserma militare. Perché, data la situazione è ancora necessaria».

Sulla struttura è in corso una inchiesta della Procura di Bari e della guardia di finanza, mentre anche la commissione Sanità del Consiglio ha svolto degli accertamenti amministrativi.

 

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