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Nel 2021 in Puglia sono state registrate in media 85 denunce di infortunio sul lavoro al giorno, 97 morti per il lavoro e una crescita di quasi il 60% delle denunce di malattie professionali rispetto all’anno precedente. Sono alcuni dei dati resi noti dall’Inail Puglia in occasione della Giornata nazionale della sicurezza sul lavoro, che è stata anche l’occasione per presentare con la Cgil regionale il progetto “Salute e sicurezza in edilizia e agricoltura”. «Sebbene ci siano segnali evidenti di ripresa economica, ci sono altrettanti segnali di disattenzione per il fenomeno infortunistico – afferma Giuseppe Gigante, direttore regionale Inail Puglia.

I lavoratori sono da sempre chiamati a pagare il prezzo più alto delle ripartenze: ricordiamo che negli anni del boom economico, gli anni ‘60, si verificavano una media di 4.600 infortuni mortali annui, un contributo di sangue che era ritenuto necessario per la crescita e modernizzazione del Paese. Oggi questo principio non è minimamente tollerabile». Il tema della sicurezza sul lavoro è ancora al centro del dibattito politico e del confronto con sindacati e organismi, ma sembra non consenta ancora di individuare un percorso comune.

«Sappiamo – ha evidenziato ancora Gigante – come il problema sia estremamente complesso. I bonus fiscali in campo dell’edilizia hanno portato, ad esempio, sicuri vantaggi in termini economici, ma anche tanta improvvisazione a scapito della sicurezza.

Non c’è formazione, non c’è confronto con organizzazioni datoriali e sindacali che anzi vengono viste come un ostacolo alla ripresa. Non credo che questo sia il modo giusto di ripartire». «Come Inail – ha concluso Gigante – partecipiamo e sproniamo iniziative come quella odierna proprio perché ogni morte sul lavoro è una sconfitta per tutti».

I dati degli infortuni «Sono impietosi – addirittura le denunce di infortunio mortale del primo trimestre del 2022 sono il 43% in più dello stesso trimestre dell’anno scorso – ha commentato Angelo Raffaele Margiotta segretario generale Confsal. «Crediamo che serva una sorta di Piano Marshall che inondi le aziende italiane».

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