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A sinistra l’ex ad di Banca Popolare di Bari, Bergami; a destra Bernardo Mattarella di Mcc

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Quinta dimissione in meno di sei mesi in Banca Popolare di Bari, ma l’ultima è la più «rumorosa».
L’amministratore delegato Giampiero Bergami ha lasciato l’incarico che gli aveva affidato Mediocredito Centrale, che i rapporti non fossero ormai più idilliaci si vociferava da tempo, ieri è arrivata la conferma alle indiscrezioni. In particolare c’erano già state tensioni con Bernardo Mattarella, che i vertici di Mcc e Bpb avevano sempre declassato a «normale dialettica interna».

Fatto sta che dopo i componenti del collegio sindacale – il primo a lasciare fu Luca Aniasi il 30 luglio, poi Gandolfo Spagnuolo il 14 agosto e infine il presidente Raffaele Ferrara a settembre – e lo chief lending officer Alberto Beretta, ieri a fare un passo indietro e mollare la guida della Banca popolare di Bari è stato Bergami. Fonti vicine all’istituto sostengono che le dimissioni siano collegate anche e soprattutto ai risultati non eccellenti.

Lo stesso Bergami, d’altronde, lo scorso 3 novembre, in audizione davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema finanziario, aveva ammesso che la situazione fosse ancora molto complicata dopo il quasi fallimento sventato nel 2020. «Abbiamo ereditato una banca che si è allontanata dal mercato per 10 anni», disse Bergami, evidenziato il cattivo rapporto tra costi e ricavi al 155,5 per cento e la copertura del debito da 1,5 miliardi di euro ereditato dalla vecchia gestione.

Senza contare le perdite che la banca continua a registrare. Bergami per anni è stato ai vertici di Monte Paschi di Siena, poi è stato dirigente apicale di Mediocredito. E’ proprio Mcc, il braccio operativo del ministero dell’Economia, dopo aver salvato Bpb dal crac aveva puntato sull’esperienza del manager per riportare l’istituto in acque calme. Ma non sono mancate le difficoltà e, allo stato attuale, il progetto più volte annunciato di voler creare una Banca per il Sud è presente solo su carta.

«Mediocredito Centrale e Banca Popolare di Bari – è il comunicato diffuso ieri sera – rendono noto che, in data odierna, Giampiero Bergami ha formalizzato le sue dimissioni da Amministratore delegato di BpB, con effetto a decorrere dalla riunione consiliare, che sarà convocata a breve per deliberare la sua sostituzione.

Mediocredito Centrale e Banca Popolare di Bari, nel ringraziare Giampiero Bergami per il lavoro profuso in una fase complessa, caratterizzata dalla necessità di focalizzazione strategica e di riposizionamento della Banca con l’obiettivo del suo rilancio, augurano il miglior successo per le attese nuove sfide professionali». Bergami era direttore generale da ottobre 2020 in sostituzione di Paolo Alberto De Angelis chiamato sempre dal Mediocredito Centrale alla guida della banca e non confermato nell’incarico dopo pochi mesi.

«E’ finita una fase complicata in cui la banca aveva bisogno di focalizzarsi e ristrutturarsi. Se ne apre una nuova orientata verso l’unico interesse che abbiamo, che è quello di restituire al territorio una realtà sana e trasparente, in grado di generare valore per gli stakeholder e sostenere lo sviluppo del Mezzogiorno», ha affermato Bernardo Mattarella, amministratore delegato di Mcc, controllante della Banca Popolare di Bari.

«Effettivamente è un’operazione difficile e impegnativa – ha aggiunto parlando del rilancio della banca – non c’era solo un problema di carenza di patrimonio, la banca soffriva parecchio dal punto di vista della cultura aziendale. La Popolare Bari ha bisogno di tempo per far emergere di nuovo un rispetto nei confronti del proprio lavoro».

I problemi ereditati dalla vecchia gestione, prima del commissariamento, quindi pesano ancora come macigni, a cominciare dai circa 70mila risparmiatori-soci che si sentono danneggiati e in alcuni casi truffati e invocano risarcimenti. Hanno visto nel corso degli anni andare in fumo i loro risparmi e ora chiedono «giustizia» alla nuova Bpb.

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