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Un padiglione della Fiera utilizzato come aula giudiziaria

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Le scene non sono passate inosservate a chi si dirigeva verso i padiglioni dove è in corso il processo sulla Banca Popolare di Bari. Sporcizia tra i viali, erbacce, pareti che cadono a pezzi e senso di abbandono generale. Di quello che sino a un decennio fa era un fiore all’occhiello per il Sud e l’Italia alla ripresa autunnale. Ai risparmiatori delle Pop, rimasti all’esterno in attesa di ulteriori sviluppi giudiziari, non è sfuggito il degrado in cui versa la Fiera del Levante. La struttura ormai “multitasking” che nello stesso momento è impegnata su più fronti. C’è l’ospedale Covid con i suoi reparti, ci sono le lunghe e quotidiane file per i vaccini nell’hub e ci sono magistrati e avvocati impegnati nei grandi processi. Insomma, una struttura che sta perdendo la sua tradizionale vocazione commerciale e il suo appeal strutturale.

A denunciare lo stato di incuria della Campionaria – già documentato nelle scorse settimane da Il Quotidiano del Sud – Giuseppe Carrieri, ex consigliere comunale e tra gli avvocati che da tempo si batte per la tutela dei circa 70mila ex risparmiatori della Popolare. «Eravamo lì per il processo e abbiamo assistito a questo spettacolo indecoroso. Tutto intorno degrado e sporcizia a ricordare come la Fiera sia stata totalmente abbandonata da Regione e Comune di Bari.

Siamo ormai abituati a tutto: a veder amministrare giustizia in padiglioni fieristici, a veder curare le persone (in fila) in qualche stand, a vedere immobili storici e di prestigio degradati, immersi nella sporcizia e destinati a tutt’altre funzioni rispetto a quelle cui erano stati lodevolmente costruiti». Insomma cartoline di una morte quasi annunciata per una struttura peraltro affondata anche dalla pandemia (a settembre scorso l’85esima edizione della Fiera non si è tenuta) e dall’abbandono di Eataly, il colosso dell’enogastronomia di Oscar Farinetti che da mesi ha deciso di lasciare gli spazi del lato monumentale. Quello che si affaccia sul lungomare Starita e che anche a causa delle intemperie e della vicinanza al mare si sta progressivamente sgretolando, tra finestre rotte e portoni danneggiati dalla ruggine. Il lato della spiaggia è già un tappeto di rifiuti.

«La mia associazione ambientalista BariEcoCity – di cui Carrieri fa anche parte – non ci sta e per l’ennesima volta lancia un appello per la riqualificazione e il rilancio del quartiere fieristico. Per la pronta realizzazione di nuovi uffici giudiziari. Per l’adeguamento delle strutture sanitarie alle emergenze di questa fase. Perché non è possibile – conclude l’avvocato – che ancora oggi a Bari non ci siano sedi adeguate per celebrare i processi, spostandoli in strutture che nulla hanno a che vedere con l’amministrazione della giustizia».

Una situazione di indifferenza che preoccupa anche gli operatori del settore. «Ci sentiamo abbandonati – alcuni di loro hanno raccontato nelle scorse settimane sulle colonne di questo giornale – continuiamo a chiedere interventi, ma nessuno ci risponde. Non sappiamo davvero come fare, già stiamo soffrendo tantissimo a causa del calo dei clienti per la pandemia, ma sicuramente non è neanche bello venire qui in queste condizioni».

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