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La recente protesta di alcuni azionisti davanti agli uffici storici della Banca Popolare; a lato, il senatore Damiani

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L’ultima parola spetterà a Palazzo Madama, poco prima della pausa natalizia. Tra il 17 e 18 dicembre, salvo imprevisti. L’atto appena depositato dovrà superare i pareri di contabilità tecnica e contabile del Mef, il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Ma intanto a Bari circola già un cauto ottimismo, che dà fiato alle speranze dei circa 70mila risparmiatori. L’emendamento “salva azionisti” della Banca Popolare di Bari sarà inserito nella prossima legge di bilancio.

L’iniziativa, elaborata dall’associazione e dal comitato a difesa degli ex azionisti, è stata fatta propria da uno dei senatori pugliesi presenti nella commissione Bilancio, il capogruppo Dario Damiani di Forza Italia. La norma, lo ricordiamo, prevede la costituzione di un fondo del Mef, alimentato con le risorse annualmente acquisite dallo Stato dai cosiddetti “fondi dormienti” delle varie banche italiane, per il pagamento ai soci di 5 euro ad azione, in pratica il 50 per cento del valore azionario prima della sottoposizione della banca alla procedura di amministrazione straordinaria. I soci, in cambio, rinunceranno così a ogni tipo di contenzioso e ai titoli azionari della Popolare, cedendoli gratuitamente allo Stato attraverso il Medio credito centrale, il gruppo che per conto del Tesoro detiene circa il 97 per cento dell’istituto di credito barese.

«Mi è sembrato doveroso accogliere questo emendamento e depositarlo. Stiamo parlando di 70mila risparmiatori, di 70mila famiglie che da tempo chiedono delle risposte. E credo che gli indennizzi possano essere erogati sul modello di ciò che è stato già fatto per i risparmiatori delle banche venete.

Ora mi auguro che l’emendamento venga accolto e che ci sia la convergenza di tutte le forze politiche su un tema che non ha colore politico ma che è solo una questione di equità. La vicenda merita di essere sottoposta anche all’attenzione del governo» spiega il senatore Damiani. La commissione Bilancio del Senato dovrebbe iniziare a esaminare la manovra e gli emendamenti a partire dal 12 dicembre; poi tra il 17 e il 18 l’ultima parola spetterà all’Aula per il via libera definitivo.

Inevitabile la soddisfazione del comitato e dell’associazione barese che da tempo segue le vicende degli ex azionisti e che meno di una settimana fa si sono presentati agli ingressi della storica sede della banca, in corso Cavour a Bari, per manifestare la propria rabbia e per illustrare questo emendamento, poi trasmesso via pec a tutti i senatori pugliesi e di ogni schieramento politico.

«Siamo assolutamente ed estremamente grati al senatore Dario Damiani e a Forza Italia per la straordinaria sensibilità dimostrata alla problematica e per il pronto accoglimento dell’emendamento da noi proposto – commenta Giuseppe Carrieri, il legale a capo dell’AssoAzionisti Banca popolare di Bari -. Ora ci auguriamo che anche le altre forze politiche vogliano sostenerci e dimostrare di avere realmente a cuore le vicende di 70mila famiglie, molte delle quali hanno perso tutti i loro risparmi».

Secondo le sigle a tutela degli ex azionisti l’operazione di transazione sarebbe possibile considerando che «lo Stato ha acquisito tramite un altro soggetto interamente statale, l’Amco, circa 2 miliardi di presunti crediti deteriorati della Banca Popolare di Bari, pagandoli appena il 25 per cento». «Riteniamo quindi – aggiungono – che sia doveroso per lo Stato procedere con il ristoro del danno subito dai 70mila incolpevoli ex soci, che hanno visto prima distruggere la loro banca e poi acquisirla dallo Stato».

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