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Oltre 117 milioni per avviare finalmente le Zes pugliesi; 259 milioni per il rilancio dei porti; e poi l’Alta velocità ferroviaria sulla linea adriatica e il collegamento in due ore tra Bari e Napoli. Il Pnrr porterà una pioggia di soldi per le infrastrutture della Puglia e del resto del Mezzogiorno, risorse che «trasformeranno l’ambiente economico del Sud per renderlo più attrattivo». E’ la promessa della ministra Mara Carfagna, fatta ieri intervenendo in collegamento al convegno «Pnrr in chiave Puglia» organizzato dalla Cisl Puglia.

I soldi del Pnrr destinati al Mezzogiorno «resteranno al Sud», la «quota del 40% è blindata» e, anzi, questo «modello va esteso anche ai fondi strutturali», ha assicurato la ministra. E le Zes, le Zone economiche speciali, dovranno essere il volano per «un nuovo Mezzogiorno». «Nell’ambito del Pnrr – ha detto Carfagna – uno degli strumenti più importanti per lo sviluppo del Sud sono le Zes.

La loro istituzione – ha ammesso – è stata una intuizione lungimirante, ma dal 2017 il percorso di avviamento e di operatività è stato un po’ abbandonato. Per rilanciarle abbiamo inserito nel Pnrr una linea di finanziamento di 630 milioni per infrastrutturarle. Abbiamo deciso di scommettere moltissimo sulle Zes, perché siano volano di sviluppo per il Mezzogiorno. Nella mia visione sono il pilastro del nuovo Sud, un Mezzogiorno hub logistico nel Mediterraneo, capace di intercettare i traffici commerciali che arrivano da Oriente e dal nord Africa».

Per la Puglia sono previsti 8,7 milioni per Brindisi, 9 milioni per Lecce, 8 milioni per Taranto e 50 milioni per il solo porto tarantino. Poi altri 41 milioni per il porto di Manfredonia, complessivamente 117 milioni. Per quanto riguarda i porti, ci sono 259 milioni a disposizione. E sempre in Puglia sarà inaugurata la prima linea ferroviaria a idrogeno in Italia, tra Lecce e Gallipoli, spesa da 50 milioni di euro.

«Il successo del Pnrr – ha però avvertito la ministra – dipenderà dalla collaborazione fra tutti i soggetti, istituzionali e non, che sono chiamati a contribuire alla realizzazione del piano stesso». Carfagna ha sottolineato che «a questi investimenti», per le Zes è stata affiancata “anche una riforma della governance».

«Abbiamo introdotto – ha precisato – numerose semplificazioni burocratiche, con l’istituzione di un’autorizzazione unica per le imprese che decideranno di insediarsi nelle Zes. Abbiamo ideato anche lo sportello unico digitale che sarà attivo a breve; e abbiamo introdotto agevolazioni fiscali più robuste, incrementando il credito di imposta da 50 a 100 milioni per ogni investimento e lo abbiamo esteso ai beni immobili strumentali. Investire nelle Zes sarà da oggi più semplice, più rapido e anche più conveniente».

Non solo Zes, però: per il settore ferroviario «un lotto della Bari-Napoli» sarà finanziato con 1,4 miliardi, «con una capacità ferroviaria che passerà da 4 a 10 treni» e le due città del Mezzogiorno che saranno collegate in due ore. Senza dimenticare «la connessione diagonale Taranto-Metaponto e Potenza-Battipaglia».

Capitolo quote Pnrr: «La clausola del 40% – ha assicurato – è stata prevista dopo un lavoro di ricognizione ed è stata blindata da una norma, questo vincolo di legge eviterà che risorse inizialmente previste per il Sud per ridurre i divari possano essere distratte altrove. Questo modello Pnrr vorremmo che venisse esteso anche ai fondi strutturali europei. La vera sfida – ha aggiunto – adesso è spendere le risorse e spenderle bene».

Per rilanciare lo sviluppo del Mezzogiorno, però, occorre «abbattere in modo strutturale il carico fiscale e contributivo sulle aziende che investono in occupazione stabile e formazione; assumere i tecnici che servono a trasformare le risorse in cantieri e rendere strutturali anche le defiscalizzazioni», ha avvertito il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra.

«Abbiamo chiesto di affrontare nel dettaglio, progetto per progetto, tutte le opere che sono in cantiere per la Puglia. È naturale che le difficoltà ci sono, non è facile anche perché c’è carenza di personale, di tecnici, e quindi sicuramente una delle difficoltà potrebbe essere quella di dover progettare. Il governo si sta muovendo, ci auguriamo che si possa accelerare», ha detto Antonio Castellucci, segretario della Cisl Puglia,

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