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Gli effetti della bomba all’autosalone di San Severo

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«San Severo non si tira indietro». Il sindaco Francesco Miglio lancia il richiamo alla reazione civica della sua città a poche ore dal doppio boato di altrettante bombe davanti alla profumeria Afrodite in viale due Giugno e alla rivendita di auto Romano Opel di via Giustino Fortunato all’alba di ieri. In poche ore la criminalità da una tenta di rialzare il tiro dopo i colpi di pistola contro una finestra degli uffici della Asl ma a rispondere trova già il primo cittadino che chiede ai sanseveresi di non abbassare la guardia e di passare alla mobilitazione.

Nei primi commenti sugli attentati dinamitardi, Miglio richiama i valori dell’impegno civile. «Le due bombe esplose alle prime luci dell’alba – spiega – ai danni di due onesti imprenditori, ci lasciano sgomenti, mentre, nel contempo, ci impongono di reagire. Quanto accaduto costituisce un duro attacco all’intera città di San Severo e richiede una mobilitazione di tutti i cittadini per reagire come si conviene».

Per questa città il 2022 si è aperto con segnali che portano a tentativi della mafia di riconquistare pezzi di territorio, dopo un 2021 segnato da nove sparatorie e quattro omicidi dei quali tre maturati negli ambienti criminali. L’ultimo, in ordine di tempo, era stato quello di Luigi Ermanno Bonaventura, il 14 agosto scorso, ucciso mentre attendeva davanti a un autolavaggio. Nell’agguato erano rimasti feriti anche un uomo di 27 anni e un bambino di 12, per fortuna senza gravi conseguenze. Il blitz aveva segnato la risposta alla morte di Matteo Anastasio, ucciso la sera della vittoria dell’Italia agli europei di calcio, mentre festeggiava su uno scooter insieme a un bambino di sei anni, gravemente ferito.

La “polveriera” del foggiano continua ad affrontare una recrudescenza che spinge su un territorio già provato. Segnali di contrasto arrivano comunque dalle operazioni più recenti, come quella della Dda di Bari, “Omnia nostra” (ispirata alla frase di uno degli arrestati: «Qui è tutto nostro») che aveva decapitato l’8 dicembre scorso la batteria Romito-Lombardi-Ricucci operativa fra i pescatori del porto di Manfredonia.

In quella occasione gli affiliati finiti in carcere furono 29 e sei ai domiciliari. All’appello del sindaco dopo le bombe di ieri, fa eco il senatore Marco Pellegrini (M5S), coordinatore del Comitato di indagine sulle mafie pugliesi, istituito all’interno della Commissione parlamentare Antimafia: «Gli operatori economici colpiti da questo vile gesto non sono soli e devono sentire la presenza dello Stato anche perché, in questo momento, è necessario fare fronte unico contro le mafie e la criminalità».

Solidarietà ai titolari dei negozi colpiti è arrivata anche dalla deputata pugliese del Movimento 5 Stelle, Carla Giuliano che ha aggiunto: «È certamente stato encomiabile il lavoro svolto dalle forze di polizia ma è necessario che il loro organico sia potenziato al fine di intensificare i controlli e tutelare le cittadine e i cittadini che trovano il coraggio di denunciare gli episodi criminali di cui sono vittime».

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