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Il «Piano casa» viene prorogato per la decima volta, ma non in maniera indolore. Nonostante il governo Emiliano in Aula ieri abbia dato parere contrario e, in passato, l’assessora Anna Grazia Maraschio avesse chiesto di soprassedere in attesa di una proposta di legge più strutturata sul comparto dell’edilizia, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il prolungamento sino al 31 dicembre del 2022.

Ai lavori non erano presenti né Maraschio, ufficialmente assente per malattia, né il governatore Emiliano, «assenze strategiche» secondo l’opposizione di centrodestra che, adesso, chiede anche le dimissioni dell’assessora. Il Piano casa, quindi, si trasforma nuovamente in una sorta di trappola politica per il centrosinistra regionale, diviso al suo interno su un tema delicato ma altrettanto fondamentale per l’economia di una intera regione. Al momento del voto in Aula, nonostante il parere negativo della Giunta, c’è chi ha preferito astenersi anziché votare contro, come la presidente del Consiglio, Loredana Capone, e gli assessori Anita Maurodinoia e Donato Pentassuglia. Ma c’è stato chi, invece, ha votato persino a favore della proroga, è il caso dell’assessore al Personale, Francesco Stea.

Una situazione che ha provocato non pochi imbarazzi alla maggioranza che sul tema dell’edilizia, da ormai sei anni, non riesce proprio a trovare un punto d’intesa. Con un emendamento a firma del consigliere del Pd Amati sono state apportate anche delle modifiche alla legge regionale in materia di recupero dei sottotetti, dei porticati, dei locali seminterrati e interventi esistenti e di aree pubbliche non autorizzate.

La proroga del Piano casa spacca il centrosinistra ma, paradossalmente, finisce per «unire» maggioranza e opposizione, visto che la proposta è stata approvata all’unanimità, 31 «sì» su 31 presenti. Un via libera bipartisan ma che, nei fatti, provoca uno scossone nel governo Emiliano. La Lega si è affrettata a chiedere le dimissioni dell’assessora Maraschio: «L’assessore – incalza Davide Bellomo, capogruppo del Carroccio – volutamente non si è presentata, perché in evidente disaccordo con il testo di legge e i suoi emendamenti che riguardano un argomento tanto sentito come la tutela e l’uso del territorio. Nonostante il parere negativo del Governo, la proroga è stata approvata all’unanimità.

A questo punto credo fermamente che le dimissioni dell’assessore debbano essere consequenziali al voto dell’Aula e a questo suo modo di concepire l’urbanistica, l’assetto del territorio e lo sviluppo della nostra regione». Anche Fratelli d’Italia esulta e critica l’assessora: «La proroga – dicono i consiglieri di Fdi – viene approvata solo per responsabilità dei consiglieri regionali che nonostante il parere contrario del Governo, peraltro alcuni assessori hanno votato a favore, hanno guardato oltre per dare risposte a un settore economico e a cittadini che attendono da anni una legge urbanistica complessiva. L’assenza del presidente Emiliano e dell’assessore Maraschio dall’Aula la dice lunga su quale sia l’attenzione del governo su questo tema.

Di contro ci sono stati consiglieri regionali di tutti gli schieramenti che hanno deciso di assumersi la responsabilità di porre una soluzione al problema casa in Puglia». «Evviva – esclama Fabiano Amati del Pd – approvata all’unanimità la proroga del Piano casa a tutto il 2022. Sottolineo ancora una volta che sono il primo a ritenere indispensabile che si proceda alla strutturazione di una norma regionale che dia stabilità alle prescrizioni del Piano casa e maggiori certezze a chi lavora e opera in questo settore produttivo. Il Governo regionale ha già annunciato che ci sta lavorando. Laddove questa norma sarà approvata, la proroga votata oggi cesserà immediatamente i suoi effetti».

Anche Forza Italia va alla carica: «Il Consiglio regionale ha bypassato il parere negativo dell’assessore Maraschio e ha proceduto, giustamente, a testa bassa. Che significa questo? Che l’assessore, probabilmente, aveva deciso di bloccare lo strumento urbanistico senza aver fatto, però, i compiti a casa, ovvero senza aver predisposto una legge organica, strutturale, per la rigenerazione urbana semplificata. Ciò che chiediamo e proponiamo noi ormai da mesi», commenta il capogruppo Stefano Lacatena. «Perciò – prosegue – il Consiglio ha dovuto sopperire alle falle e garantire all’indotto e ai cittadini di poter contare, comunque, sul Piano Casa che continua a rappresentare un modo celere e a burocrazia ridotta per gli interventi edilizi».

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