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Per Michele Emiliano i fondi destinati al Mezzogiorno, se confermati, sono sufficienti. Per Antonio Decaro, uno dei problemi principali è quello di avere il personale competente da un punto di vista tecnico-amministrativo per poter poi dare attuazione al Pnrr, visto che i sindaci riceveranno all’incirca 40 miliardi di euro destinati a opere pubbliche per trasformare le città e la loro mobilità. Il governatore pugliese e il sindaco di Bari hanno fatto gli onori di casa per la prima tappa Italia domani – Dialoghi sul Pnrr, col ministro dell’Innovazione Vittorio Colao, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, impegnati a snocciolare cifre e linee guida del Piano nazionale di ripresa e resilienza e i suoi 191 miliardi, di cui il 10 per cento destinati alla Puglia.

Bari offre uno dei suoi scenari più belli, quelli del ritrovato teatro comunale Piccinni, per l’evento che segna la prima tappa del tour. Il teatro che ospitò nel giugno ‘44, come ha ricordato Emiliano, il primo Comitato di liberazione nazionale, è stato quindi il contenitore della partenza del più grande piano di rilancio economico e sociale della storia repubblicana.

«Partiamo dalla bellissima città di Bari con la certezza che Bari e l’Italia saranno all’arrivo ancora più belle» ha scritto, non a caso, il ministro sul libro d’onore del Comune. Al rituale del libro d’onore ha partecipato con la sua firma e la dedica anche il sottosegretario Garofoli. I due hanno tenuto un tono quasi confidenziale sul palco, ma deciso nel far comprendere la complessità dell’intero progetto e dei suoi 51 obiettivi da raggiungere.

«Ci sono progetti in corso – ha spiegato il ministro sulla possibilità di aumentare il personale tecnico nei Comuni, punto nodale sottolineato sul palco da Decaro – il ministro Brunetta sta lavorando molto alacremente per rendere disponibili le risorse ma soprattutto per la formazione. Noi daremo supporto. Il mio ministero con alcune risorse locali. Ma bisogna investire anche in istruzione e ricerca, il carburante per il futuro».

Colao si è detto anche felice che tra le parole chiave più gettonate tra il pubblico pugliese sugli indirizzi del Pnrr prevalgano proprio istruzione e la ricerca, assieme alla transizione energetica. Il Piano non a caso punta all’innovazione nelle scuole e al moltiplicare i dottorati di ricerca nel Paese europeo che ne conta meno. A questi si aggiunge il tema della sanità. «Credo che la pandemia abbia messo in luce le debolezze del sistema e l’esigenza di una sanità più vicina al territorio – ha sottolineato Garofoli, ricordando come la Puglia sia tra le quattro regioni pilota per la telemedicina -. In questa logica, il piano si muove prevedendo risorse per l’assistenza domiciliare, realizzazione di nuovi plessi sanitari, 120 case comunità, 31 ospedali di comunità, 40 centrali operative territoriali, oltre al potenziamento tecnologico e all’ammodernamento sismico delle strutture esistenti».

Nella platea dominata sullo sfondo dalle fasce tricolori dei sindaci, direttamente interessati ai progetti e ai bandi del Piano, il rettore dell’Università, Stefano Bronzini, e del Politecnico, Francesco Cupertino.
«Come hanno sottolineato il ministro e il sottosegretario – ha spiegato quest’ultimo – avremo bisogno di figure sempre più ibride, per cui investiremo molto anche sulla didattica, per renderla sempre più multidisciplinare. Tutto questo avverrà in collaborazione sempre più stretta con le imprese».

Un ruolo fondamentale come hanno rimarcato i rappresentanti del governo che porterà a collaborazioni anche tra Università di territori diversi, per utilizzare punti di forza, assieme a progetti con le imprese e infrastrutture. «Si deve chiarire un equivoco –ammonisce il segretario regionale Cgil Pino Gesmundo, in platea – e tocca al Governo farlo: trasferire quelle voci di finanziamento sul Pnrr, come l’alta velocità Bari-Napoli, non può significare la perdita di risorse già assegnate in precedenza ai nostri territorio».

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