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L’Aula del Consiglio regionale pugliese e il governatore Michele Emiliano

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La maggioranza passa da 29 a 27 consiglieri regionali e cambiano i rapporti di forza nel centrosinistra, con il Pd ancora più «forte» che rivendica un assessore in più. Ma non è finita ancora qui. Ieri mattina, poco prima che il mini parlamento pugliese si riunisse per scegliere i tre «grandi elettori» da inviare a Roma per il voto sul nuovo presidente della Repubblica, il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi urgenti di Mario Pendinelli (Popolari con Emiliano) e Peppino Longo (Con) che quindi, già da ieri, hanno dovuto lasciare il posto in Aula ad Antonio Paolo Scalera (La Puglia Domani) e Vito De Palma (Forza Italia).

La vicenda comunque non è chiusa del tutto, ieri è stata affrontata solamente la fase cautelare, la questione sarà discussa nel merito dinanzi al Consiglio di Stato il 29 marzo. Fino ad allora in Consiglio regionale siederanno Scalera e De Palma. Ma fa discutere anche la motivazione del respingimento dei ricorsi: nel provvedimento i giudici scrivono che «è emerso che sia già intervenuto l’avvicendamento in Consiglio regionale», cosa che invece non c’era ancora stata, tanto che ieri alle 14 l’Aula ha provveduto alla cosiddetta «surroga», cioè il subentro di Scalera e De Palma. I giudici, infatti, ritengono che «non appare con sufficiente evidenza il fumus di fondatezza dell’appello, necessaria a sovvertire in sede cautelare gli effetti del risultato elettorale come emendato dalla sentenza» del Tar.

Il Consiglio aveva già fissato per il 14 dicembre la seduta nella quale sarebbero stati proclamati i nuovi eletti ma il provvedimento del Consiglio di Stato aveva congelato la surroga. Ieri, dopo la nuova decisione dei giudici di Palazzo Spada, si è proceduto anche alla sostituzione dei due consiglieri di centrodestra al posto di Longo e Pendinelli. Secondo i legali di De Palma e Scalera, gli avvocati Gianluigi Pellegrino, Luciano Ancora, Sabina Ornella Di Lecce e Gianluca Prete, l’interpretazione del Consiglio di Stato è corretta perché «come prevede lo Statuto regionale si è consiglieri sin dalla proclamazione che per De Palma e Scalera è stata dichiarata dal Tar con la sua sentenza».

«La convalida da parte del Consiglio – sostengono – è solo un atto di secondo grado che accerta l’eventuale sussistenza di incompatibilità. Pertanto in modo ineccepibile ieri il Consiglio di Stato ha anche dato atto che all’indomani della sentenza del Tar De Palma e Scalera sono stati doverosamente considerati insediati dagli stessi uffici regionali. Fisiologia di insediamento che ha ripreso pieno vigore con la cessazione degli effetti del momentaneo decreto che gli appellanti avevano ottenuto e che è venuto meno con le ordinanze pubblicate ieri».

Fatto sta che, a distanza di un anno e mezzo dal voto, ancora non si hanno sicurezze definitive sulla composizione del Consiglio regionale e bisognerà attendere fine marzo. «Esultiamo per l’ingresso del nostro Vito De Palma. È stato un periodo complesso, di attesa paziente, ma è una gran bella giornata: la rappresentanza all’interno dell’assise regionale è finalmente aderente alla legge», dichiarano il commissario regionale di Forza Italia, l’onorevole Mauro D’Attis, il vice commissario vicario, il senatore Dario Damiani, e il capogruppo in Consiglio regionale, Stefano Lacatena.

«Diamo il benvenuto in Consiglio regionale ad Antonio Scalera. È un nuovo ingresso che porta il valore dell’esperienza e dello spessore politico nel gruppo La Puglia Domani», aggiunge il capogruppo de La Puglia domani, Paolo Pagliaro. Esulta anche Raffaele Fitto: «Dopo circa 1 anno e 4 mesi dalle elezioni, finalmente, la Regione Puglia ha un Consiglio numericamente legittimo. Spiace che siano stati ancora una volta i giudici a fare chiarezza e non la politica».

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