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A sinistra il consigliere regionale Fabiano Amati che propone il ritiro degli assessori; a destra Emiliano

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Nel Pd oggi va in scena la resa dei conti. Alle 15 è in calendario la riunione allargata tra il gruppo in Consiglio regionale e i parlamentari Dem pugliesi, due i punti all’ordine del giorno, in realtà collegati: nomina di Rocco Palese ad assessore alla Sanità e Congresso bloccato. Sarà una riunione accesa, il Partito democratico pugliese è dilaniato al proprio interno ed è proprio questa la forza del governatore Michele Emiliano che può agire politicamente con maggiore libertà, sapendo di avere dalla sua la maggioranza del partito e, in ogni caso, di potere fare conto sulle divisioni che indeboliscono il Pd.

Fabiano Amati proporrà, come annunciato la settimana scorsa, di ritirare gli assessori e dare solo appoggio esterno alla Giunta. Strada difficile da percorrere, per diversi motivi: non c’è volontà degli assessori di dimettersi; l’attuale segretario regionale, Marco Lacarra, che dovrebbe oggi essere presente, non è d’accordo, così come non lo è il capogruppo Filippo Caracciolo. L’unico punto su cui la minoranza può «trattare» riguarda proprio il Congresso: da novembre scorso la situazione è bloccata, nemmeno il commissario nominato dal segretario Enrico Letta è riuscito a sciogliere la matassa. La Puglia rappresenta un caso unico: la contrapposizione tra la maggioranza che risponde a Emiliano e la minoranza ha creato una situazione di stallo, tanto da non riuscire nemmeno a decidere le regole «d’ingaggio» per lo svolgimento del Congresso regionale.

Ad oggi non si conosce manco la data entro la quale è possibile presentare le candidature, uno sconquasso. La minoranza, soverchiata per l’ennesima volta da Emiliano nella scelta degli assessori, potrebbe a questo punto pretendere di scegliere il prossimo segretario regionale, obbligando proprio Lacarra a fare un passo indietro. Anche in questo caso, però, si rischia il muro contro muro, perché Emiliano non è disposto a cedere nemmeno sulla rielezione di Lacarra. Servirebbe un nome super partes che garantisca entrambe le parti, si punta su una donna ma, al momento, non c’è un accordo.

Insomma, il Pd pugliese è una polveriera, con la base che insorge e varie anime a invocare «un chiarimento necessario». Di fatto, la nomina di Palese è stata solamente la goccia che ha fatto traboccare il vaso o, se vogliamo, il pretesto. Sabato Amati ha invitato «i circoli del partito ad autoconvocarsi perché la nomina di Palese è sul piano tecnico insufficiente», una mossa in realtà che punta proprio al Congresso.

«Noi del Pd – ha spiegato Amati – dobbiamo avere il coraggio di dire no, anche attraverso l’appoggio esterno e il ritiro degli assessori, abbandonando il mugugno solo sussurrato perché la politica vale per ciò che costa e non per quanto rende. Chiedo ai circoli di autoconvocarsi sull’argomento della nomina ad assessore di Rocco Palese per suggerire il coraggio ai dirigenti regionali e nazionali, e tutto questo non per questioni di posizionamento politico del passato, presente o futuro, ma perché Palese è stato il protagonista di diversi e clamorosi errori nella più recente storia amministrativa della Puglia per inadeguatezza tecnica».

Ha alzato la voce anche la sezione provinciale del Pd di Brindisi sulla nomina di giunta che «rischia di mettere in seria discussione il progetto politico con il quale nel 2020 il Partito democratico pugliese si è presentato agli elettori, con l’obiettivo dichiarato di scongiurare il ritorno della destra guidata da Raffaele Fitto».

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