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A Mosca e nel resto del Paese lo hanno sempre amato. Inondato di affetto e stima sulle note delle sue intramontabili hit “Felicità” e “Nostalgia canaglia”. Cantate su diversi palchi e in diversi teatri in compagnia di Romina Power. Ma questa volta ha deciso che non ci sarà, preannunciando sin da ora l’annullamento di ogni concerto. A partire da quelli previsti ad ottobre tra la Capitale e San Pietroburgo.

Al Bano Carrisi taglia i ponti con la Russia e Putin rinunciando al suo prossimo tour autunnale in segno di protesta contro la guerra. Troppo forti le scene di guerra, troppo straziante il dolore per il conflitto, tanto da spingere il cantante pugliese di Cellino San Marco a fare un passo indietro. Non ci sarà nella terra che lo ha sempre accolto a braccia aperte. L’annuncio delle tappe annullate è arrivato dai microfoni di “Un giorno da pecora” su Rai Radio 1. «Non avrei mai immaginato un passo del genere da Putin, dissi che ero un suo grande ammiratore. Un uomo che reputavo intelligente, me l’ha dimostrato, ha messo in moto una macchina da guerra del genere contro i suoi fratelli.

Ho cambiato idea su lui, sta facendo una cosa così assurda, da criminale. Oggi gli direi “fermati finché sei in tempo – ha detto il cantante collegato da New York dove ha in programma due concerti. «La verità è che sta lavorando contro se stesso, non sta difendendo niente, sta solo distruggendo la sua immagine, la sua realtà agli occhi del mondo. Io so tutto dell’Ucraina, quello che succede, la guerra civile, c’è sempre stata. Ma sono scaramucce di famiglia, è un altro discorso invadere un territorio, questo non è accettabile».

Parole dure che hanno ridimensionato il rapporto di stima tra l’artista e il Cremlino e mai negato o tenuto segreto. «Dovevo cantare ad ottobre a Mosca, a San Pietroburgo. Io non ci voglio andare, tutti si stanno allontanando. Se me lo chiedessero direi di no, è chiaro. Mi dispiace per Putin perché ero un suo ammiratore». E proprio per questa sua ammirazione filorussa, Al Bano era stato inserito esattamente tre anni fa in una sorta di lista nera varata dal ministero della Cultura del governo ucraino.

Un elenco di 147 artisti e personaggi pubblici stranieri ritenuti «Una minaccia per la nazione» per la loro presunta vicinanza a Mosca. Tra gli anni ’80 e ’90 Al Bano e Romina Power sono stati molto famosi anche in Unione Sovietica, ma a determinare in quella circostanza la decisione del governo ucraino è stata molto più probabilmente la stima più volte manifestata dal cantante pugliese nei confronti del presidente russo Vladimir Putin.

«Io pensavo si trattasse di un pesce d’aprile in anticipo, di una fake news, di Scherzi a Parte. Invece la notizia, purtroppo, è vera, ma scambiarmi per terrorista.. Io vorrei sapere da cosa nasca l’esigenza di bollare questa persona che tutto è tranne che un terrorista. Sono un uomo di pace da sempre e sempre lo sarò, basta dare uno sguardo alle canzoni che canto – furono le parole del cantante sull’inaspettata decisione di Kiev.

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